MEDICINA TRADIZIONALE CINESE

RIFLESSIONI DI PRIMAVERA IN MTC


La Primavera è la stagione del risveglio della vita, tradizionalmente collegata al Movimento Energetico del Legno (che nella Teoria dei 5 Elementi è il figlio dell'Acqua, la madre del Fuoco e il nonno della Terra). 

Il Legno si collega funzionalmente alla coppia Fegato e Vescica Biliare ed ha come sua caratteristica connotazione funzionale quella di assecondare lo slancio vitale, e cioè di generare, nascere, fiorire, zampillare e dispiegarsi verso l'esterno. 

E' infatti la forza emergente ed esplosiva dello Yang giovane che lo permea e lo caratterizza. 

Due antichi pittogrammi possono aiutarci a comprendere meglio questi concetti:

Il pittogramma MU, significa LEGNO. Rappresenta con la linea orizzontale il suolo, sotto il quale le radici ben sviluppate spingono in alto e fanno spuntare il fusto verticale.

Il pittogramma CHUN significa PRIMAVERA. La pianta germoglia in alto, sostenuta dal calore ancora moderata del sole , posto in basso.

Sandro Botticelli " La Primavera" 1480) Galleria degli Uffizi, Firenze

Questo famoso dipinto riassume in maniera didascalica alcune caratteristiche fondamentali dell'Elemento Legno, come la MTC ce le ha tramandate. 

Il primo elemento che ci colpisce è la vivacità e la gioia di vivere che promana dall'insieme dell'opera. 

Un inno alla vita, al movimento, all'amore, alla rigenerazione. 

Diverse sono le allusioni all'amore e all'unione sponsale (Venere al centro, Eros con l'arco in volo, gli alberi di arancio in fiore). 

Addirittura il sapore aspro delle arance potrebbe richiamare una caratteristica tipica del Legno.

Il "verdeggiare" della Primavera richiama il colore verde caratteristico del Legno: è il verde dei primi germogli, della speranza di vita che trascolora nell'azzurro trasparente del cielo: lo sbocciare dei fiori che la Primavera dissemina generosamente dal suo grembo. 

La presenza di Zeffiro che soffia ed insegue la ninfa Flora, richiama l'elemento atmosferico del Vento, caratteristico 2 ​per la sua volubilità e capricciosità. 

Il Fegato è sensibile al vento, come fattore patogeno, ma il vento è anche strettamente legato al soffio vitale dell'Energia (Qi). 

Le tre Grazie -perché non paragonarle ai Tre Tesori della MTC?: l'Essenza (Jing), l'Energia (Qi), lo Spirito (Shen)- danzano armoniosamente: l'impulso al movimento è carattere precipuo ed irrefrenabile dell'elemento Legno. 

Il Fegato comanda i muscoli (la loro contrattilità ed il tono) e i tendini (il loro allungamento elastico) ed ha come organo di senso specifico la vista. 

Gli occhi che si aprono alla vita, che si destano dal sonno, ma anche lo sguardo attento che ci permette di visualizzare il contesto e di muoverci nella corretta direzione o più in astratto la consapevolezza del nostro punto di vista per agire e fare le giuste scelte.

L'atteggiamento mentale e psicologico del Legno è quello di chi di fronte ad una possibilità di azione e di movimento, non indugia e si lancia nell'impresa in maniera risoluta ed attiva. 

Anche l'immaginazione, la fantasia, la creatività o il progettare, il fantasticare ad occhi aperti oltre all'attività onirica vera e propria sono tutte caratteristiche sotto il comando dell'elemento Legno e del Fegato. 

Non a caso durante la fase REM del sonno, il corpo e la mente partecipano attivamente al sogno con movimenti del corpo e soprattutto dei muscoli oculari. 

Il movimento nasce sempre dal profondo (Yin), dalle radici (le piante dei piedi, il perineo, il DanTien, la fascia della cintura, le anche e i lombi), si trasmette attraverso le catene cinetiche muscolari e i tendini, verso gli arti, fino alle dita e alle unghie (che in MTC sono considerate dei prolungamenti dei tendini) e si manifesta verso l'esterno in maniera efficace ed esplosiva (Yang). 

La presa della mano, l'artiglio, è la tipica attitudine funzionale del legno che si manifesta in tutte le attività marziali di presa (Na), compressione e leve articolari: la mano del legno è chiamata la "mano che frantuma o sgretola". 

Il Movimento Legno è il movimento interiore per eccellenza (sale dal basso e stringe verso l'esterno) avvolgendosi a spirale. 

E' questo un concetto fondamentale nell'applicazione marziale del Tai Chi Chuan e di tutte le pratiche di Qi Gong, soprattutto negli esercizi del risveglio o di rigenerazione. 

Un classico esercizio che sottolinea l'elemento muscolo/tendineo e quello dell'attenzione visiva è il settimo esercizio degli Otto Pezzi di Broccato (Ba Duan Jin):

Tirare i pugni con sguardo irato.

La riduzione dell'attività motoria all'aperto, durante la stagione invernale, e in modo particolare la restrizione degli spostamenti in questo periodo di pandemia, anche se necessaria, possono avere come conseguenza uno stato di stress e di frustrazione. 

In questi casi bisogna "fare circolare l'energia del fegato". 

Con i pugni stretti e lo sguardo irato aumento Qi e forza (o tirare i pugni con sguardo irato). 

Posizione di partenza mabu (posizione del cavaliere) con gambe divaricate e flesse, piedi paralleli, schiena dritta, braccia flesse ai fianchi, mani a pugno, dorsi verso il basso. 

Espirando si slancia un pugno in avanti che, ruotando, finisce con il dorso in alto. 

L'espirazione può anche accompagnarsi al grido (che rappresenta la qualità della voce caratteristica del Fegato). 

Il movimento parte morbido e gradualmente diventa veloce. 

La spalla rimane sempre bassa, il gomito non viene mai iperesteso, ma mantiene una piccola riserva, il polso rimane in asse con l'avambraccio e non si piega. 

Si sgranano gli occhi al momento del pugno. 

Il focus visivo, l'intenzione del gesto, è oltre il pugno, indirizzato all'ipotetico bersaglio. 

Inspirando si apre la mano , la si rotea verso l'esterno (come se afferrasse qualcosa), si richiude il pugno ,col dorso in basso, riportandolo alla posizione di partenza e si ripete dal lato opposto. 

Il pugno non va serrato troppo altrimenti si blocca il flusso di energia, ma rimane con "l'occhio del pugno aperto", come se tenessimo nel pugno un uccellino: non troppo stretto per non soffocarlo, non troppo aperto per non farlo volare via. 

Con questo esercizio si attiva la circolazione del Qi di tutto il corpo e si aumenta la forza. 

Un altro semplice ed efficace esercizio consigliabile per "purificare" il Fegato, cioè per togliere e lavar via tutte le scorie e i fardelli invernali o per riequilibrarlo e "tonificarlo" è la "Passeggiata di Primavera", sul posto. 

Si tratta di sollevare un braccio (anche qui la spinta viene dal bacino e dal perineo che avvia il sollevamento del braccio) mentre il peso del corpo viene caricato sulla gamba opposta, e poi di abbassare quel braccio verso dietro, mentre il peso si sposta sull'altra gamba e si solleva l'altro braccio e cosi via. 

In pratica il braccio sollevato corrisponde alla gamba "vuota", cioè senza peso. 

Le ginocchia non sono bloccate, ma molleggiano leggermente accompagnando il movimento delle braccia. 

Si ottiene un dondolio tra i due piedi (che diventano successivamente "pieni" o "vuoti", a seconda del peso corporeo che sostengono) e di una oscillazione ritmica delle braccia in avanti, con apertura della mano (mano Yang), mentre quella che scende e si lascia cadere dietro viene chiusa ad uncino, raccogliendo le punte delle dita (mano Yin). 

In avanti apro la mano verso lo Yang dell'estate e del sud, indietro raccolgo la mano ad uncino, come una coda, e deposito i residui dell'Inverno verso il nord. 

E' utile associare a questo esercizio la respirazione primaverile, consistente nella inspirazione attraverso il naso ed espirando attraverso la bocca. 

Se l'esercizio è svolto con una certa velocità e vigore (modalità Yang) si agisce più sulla fase di "purificazione" del Fegato; se l'esercizio è più lento e meditato (modalità Yin) si effettua una 4​"tonificazione" del Fegato. 

Le due modalità sono preferibili a seconda di ciò che si intende fare e possono alternarsi a piacere del praticante. 

L'equilibrio tra gli opposti trova sempre una applicazione diretta nelle nostre pratiche psicomotorie del Tai Chi Chuan e del Qi Gong: è fondamentale per il praticante lavorare sulle posture statiche (Mapu o posizione del cavaliere, Palo eretto: Zhan Zhuang = Abbracciare l'albero o sollevare una sfera) ed eseguire un continuo "Autoesame della Postura" al fine di rilassare ciò che è rigido (scendendo con l'autoesame dal capo verso i piedi) e di tonificare ciò che è rilassato (risalendo dai piedi verso la testa). Trovare il soffice nel duro e il duro nel soffice. 

Due sono le immagini con cui l'antica tradizione Taoista simboleggia l'Elemento Legno (o il Fegato). 

La prima è quella del Vagabondo, libero da imposizioni e regole, che cammina liberamente e gioiosamente, a grandi passi, oscillando le braccia (come nell'esercizio sopradescritto), con i capelli sciolti al vento, il più delle volte senza una meta precisa: per il semplice gusto di muoversi, di gioire della natura in cui è immerso e di godersi la vita: si guarda intorno, si bea del paesaggio, allarga le sue vedute ed apre la mente alla novità, senza preclusioni o preconcetti. 

E' attratto dalle contraddizioni, rifugge dalle regole e dagli ordini, in una situazione di anarchia ideale. 

Sente l'energia vitale fluire nei suoi muscoli e nei tendini, scioglie le sue rigidità dai torpori e dalle restrizioni dell'inverno: il movimento inteso come pura vitalità e gioia di vivere. 

E' tipico del vagabondo taoista il "non agire" (Wu Wei), che non significa non fare niente, ma non fare niente di più del necessario, non strafare, non giudicare, non cercare di cambiare la società, ma vivere semplicemente, assecondando le regole della Natura e compiendo cosi il proprio Tao. 

Il "non agire" si riferisce infatti al precetto di lasciarsi andare alla natura, senza porre troppi paletti alla vita, e parallelamente lasciare che la natura faccia, in un contesto più universalistico, il suo corso. 

Per chiarire questo concetto taoista in relazione alla filosofia confuciana, mi viene in mente una scena del bellissimo film "Confucio" (film del 2010 scritto, prodotto e diretto da Hu Mei, con Chow Yun-Fat nel ruolo dell'omonimo filosofo) in cui Lao Tse, il leggendario Padre del Taoismo, dopo aver ascoltato l'intento di Confucio di impegnarsi in politica per migliorare la società tramite l'educazione e il rispetto dei riti, lo ammonisce con un pizzico di amara ironia che in tal caso non avrebbe dovuto meravigliarsi o rammaricarsi della mancata riconoscenza da parte degli uomini (sic!).

Confucio e Lao Tse

Il secondo è quello del Generale dell'esercito che programma la sua strategia in vista dell'imminente battaglia. 

Nell'ordinamento gerarchico degli organi, come il Cuore è l'Imperatore e il Polmone il suo Primo Ministro, così il Fegato è considerato il Generale delle Armate, in quanto immagazzina il sangue (le sue truppe) e lo invia agli altri organi e tessuti secondo le necessità di ciascuno e secondo un preciso piano strategico. 

Ma il Fegato, l'abbiamo già detto, si trova tra il Rene (sua madre) e il Cuore (suo figlio). 

Proprio per questo, avendo ereditato dal Rene l'esperienza e la memoria del passato, può valutare e ricordare le difficoltà pregresse, fare tesoro dell'esperienza delle sconfitte subite o delle vittorie conseguite, ed inoltre, grazie al suo contatto col Cuore, ha l'intuizione e la preveggenza del futuro, e quindi può programmare il piano di battaglia, pianificarlo nei suoi dettagli e dare gli ordini a sé stesso e agli altri. 

Sa decidere e scegliere come raggiungere il risultato, perché ha operato una sintesi efficace tra passato e futuro. 

E quando muove battaglia, lo fa senza tentennamenti e indecisioni. 

Ma la sua strategia deve necessariamente appoggiarsi ad un Luogotenente di campo, all'altezza della situazione, fedele ed affidabile, che metta in pratica e renda fattibile, il suo piano di battaglia, che prende all'impronta le decisioni più opportune sul campo di battaglia: e questo è il ruolo specifico della Vescica Biliare. 

La Vescica Biliare è per la MTC un viscere molto particolare ("straordinario", secondo la tradizione) che lavora in sintonia stretta col Fegato, ma che sa distillare un liquido molto raffinato e prezioso (la bile) che non subisce contatti con l'esterno. 

Le viene pertanto attribuita la capacità di coordinarsi col Cuore e di prendere le decisioni pratiche, giuste in quel momento, in aderenza alla propria natura e in sintonia con il proprio sé stesso, senza subire influenze dall'esterno. 

La corretta combinazione tra la coppia Fegato -VB con il Cuore, consentirà alla VB di prendere la giusta decisione, operando una scelta consapevole per il proseguo dell'impresa.

A questo punto è naturale pensare che per la buona funzionalità del Fegato si debba contemperare e realizzare una sintesi tra le due metafore: in quiete e in pace il vagabondo taoista ha il sopravvento con il suo atteggiamento di "non fare", ma quando c'è la necessità di agire e decidere, la cooperazione tra il Generale ed il suo Luogotenente di campo sono essenziali.

​Ne consegue dal punto di vista psicologico comportamentale che uno stile di vita di pura anarchia, tipico di chi passa o si lascia trascinare da un'idea all'altra, da una fantasia all'altra, senza un reale costrutto pratico e senza una base solida, finirebbe con il naufragare nella superficialità e nell'incapacità di portare a termine alcunchè, mentre un atteggiamento eccessivamente decisionistico finirebbe per sfociare in un autoritarismo altrettanto negativo. 

La rabbia è classicamente considerata l'emozione negativa per il Fegato.

Questo è solo in parte vero, ed è valido solo per gli eccessi di rabbia (cioè la collera) o per la rabbia cronica, cioè l'incapacità di gestione delle proprie pulsioni aggressive. 

Esiste invece una rabbia che definirei fisiologica legata ad una reazione emotiva di contrarietà ed opposizione che permette di resettare e riequilibrare la sfera psicosomatica della persona. 

Esiste una rabbia di Fegato di tipo istintivo, esplosivo, viscerale e muscolare (che può prevedere anche l'uso della forza) che raggiunge un acme in breve tempo e che altrettanto rapidamente sfuma e che può preludere anche ad una chiarificazione tra le parti e talora ad una riappacificazione (...mi viene in mente il cosidetto "terzo tempo" dopo le partite di rugby) ed una Rabbia di Vescica Biliare, più meditata e cerebrale, più concentrata e distillata nel tempo, covata a lungo, in cui si elencano meticolosamente tutti i presunti torti subiti nel passato, che ha il carattere del risentimento e si connota di una rivalsa vendicativa, che come è noto è un piatto che si serve freddo. 

In realtà la rabbia rappresenta una via di sfogo per la paura eccessiva che le è sottostante; se ragioniamo secondo la Teoria dei 5 Elementi, infatti, il Legno ha radici profonde nella terra ed assorbe l'acqua, quindi mitiga e contiene la paura dell'acqua e la porta verso l'alt; al tempo stesso consuma e sgretola la terra, rimuovendo le fissazioni ossessive deleterie per questo elemento e per la nostra salute. 

Talora all'accesso collerico può seguire una profonda depressione con astenia, con disistima e tendenza al pianto, segno che nella stessa persona si evidenziano segni di eccesso e di deficit di Fegato. 

L'atteggiamento psico-emozionale fisiologico del Fegato è in realtà la benevolenza, la buona disposizione verso gli altri ( Ren= l'umanità aperta alla società), la mancanza di pregiudizio e la capacità di cogliere la diversità e la novità, non necessariamente per accettarle o subirle, ma per valutarle e confrontarsi con esse con una adeguata apertura mentale. 

Il sapore che si lega tradizionalmente al Fegato non è l'amaro, come nella esperienza pratica siamo abituati a pensare (una sensazione di bocca amara fa pensare solitamente ad una disfunzione del fegato) ma è l'aspro o l'acidità. 

L'amarezza è invece il sapore legato al Cuore e all'Intestino Tenue; il Cuore è il figlio del Fegato e forse se il fegato non funziona bene si potrà avere indirettamente anche questa conseguenza di bocca amara, per una disfunzione secondaria più propriamente legata al Cuore o all'Intestino Tenue. 

Come regola generale, il sapore che caratterizza precipuamente i singoli elementi a piccole dosi tende a tonificarli, mentre diventa nocivo per dosi esagerate; in ogni caso la regola di base è che il sapore tende ad andare in direzione contraria rispetto al movimento energetico funzionale degli stessi, tende un po' a contenerlo e cosi l'asprezza o l'acidità (ad esempio degli agrumi) tende a frenare, a moderare, ad avere un effetto astringente di fronte all'espansione dello Yang Giovane, caratteristica del Legno. 

Come al contrario, come abbiamo già visto per l'Elemento Metallo (Polmone), il piccante tende con la sua esuberanza a contrastare l'effetto di contenimento e di raccoglimento dello Yin Giovane, tipico dell'Autunno.

L'orientamento del Movimento Legno è ovviamente verso EST, il sorgere del sole e della vita. 

 Considerando che nelle nostre pratiche psico-fisiche siamo solitamente rivolti a sud, verso l'apertura, la luce e il calore dello Yang, verso gli altri compagni di pratica, con le spalle rivolte a nord (verso lo Yin), risulta paradossalmente per la nostra mentalità anatomica e analitica, che il "Fegato" si troverà sul lato sinistro della persona (verso Est per l'appunto): la mano sinistra, con il palmo rivolto in alto, rappresenta la mano YANG del Cielo, indica qualcosa che cresce, qualcosa di etereo che si innalza verso l'alto e che sostiene il ventre del Dragone Verde (animale mitologico tradizionalmente collegato col Fegato); invece a destra (verso l'Ovest) avremo il Polmone e la Milza, la mano di destra è la Mano YIN di Terra, col palmo rivolto in basso, che desidera appoggiarsi a qualcosa di stabile e concreto, che accarezza il dorso della Tigre Bianca (animale mitologico collegato con il Metallo, il Polmone e l'Autunno). 

In MTC l'esame dei polsi, che costituisce una parte fondamentale della visita, prevede per l'appunto la valutazione del Fegato al polso sinistro e quella del Polmone e Milza a destra. 

E così si spiega anche la simbologia del saluto marziale cinese (noto anche come saluto maschile) in cui il pugno destro (Yin) è accostato al palmo aperto della mano sinistra (mano maestra, Yang) che lo copre e avvolge dall'esterno.

Il Dragone Verde che vuole innalzarsi al Cielo è una metafora degli Spiriti Hun che animano il Fegato e hanno la loro sede nel sangue del Fegato. 

Rappresentano quella parte di Spirito = Shen che muovendosi dal Cuore pervade l'organo Fegato assumendo i caratteri degli spiriti sottili ed eterei (qualcosa che rassomiglia all'anima cristiana o platonica) che hanno il desiderio di ricongiungersi col Cielo. 

Abbiamo già visto, quando ci siamo occupati dell'Autunno (Elemento Metallo e Polmone), come il contraltare di questa attività spirituale sottile sia rappresentata dai Po, spiriti fortemente radicati ai ritmi terrestri e vegetativi della vita che si nascondono nelle ossa e vi rimangono ancorati addirittura oltre la morte. 

Gli Hun sono un ponte tra il nostro inconscio e il conscio, "vanno e vengono", escono soprattutto di notte sollevandosi dal sangue e partono per voli misteriosi da cui possono portare chiaroveggenza ed intuizioni al loro ritorno; presiedono di giorno alla capacità di fantasia e progettualità dell'individuo. 

Si attivano in ogni momento in cui si verifica un nuovo processo o si inizia un movimento, sempre protesi verso il dinamismo e il cambiamento. 

Alla nascita favoriscono l'affacciarsi alla vita, in primavera superano la letargia dell'inverno, durante il sonno presiedono all'attività onirica e talora, come si dice, "portano consiglio" che è appunto un loro dono inatteso, al mattino presiedono al risveglio con l'apertura degli occhi, con la rabbia ci permettono di uscire dalla morsa della paura o della fissazione che immobilizzano le nostre facoltà psico-motorie. 

Ovviamente un loro eccesso, che significa un distacco dallo Shen del Cuore, ci condurrebbe verso derive anarcoidi e inconcludenti, come trascinati da un vento capriccioso in mille direzioni e in 8​mille progetti senza alcuna concretezza e appiglio alla realtà, talora con fughe pericolose verso il delirio o la devianza psicotica. 

Una loro debolezza, verosimilmente sopraffatti dalla concretezza e materialità dei Po, ci porterebbe ad un appiattimento della vita (che risulterebbe "terra terra", per l'appunto), senza neanche la capacità di immaginare cambiamenti, vittime della mancanza di iniziativa, senza il coraggio di intraprendere nuove strade. 

Vivere è in fin dei conti scegliere ogni giorno.

Tradizionalmente gli HUN sono tre, legati alle nostre attività mentali astratte e quindi strettamente correlati con lo SHEN ( Spirito). Controllano i soffi YANG. Invece i PO, sono legati più allo JING (Essenza) e alle nostre sensazioni più concrete. Sono sette, come gli orifizi dei nostri organi di senso (due occhi, due orecchie, due narici, una bocca) . Controllano i soffi YIN. 




La tua opinione per noi è importante!

Compila la scheda di valutazione. Grazie per il tuo prezioso contributo!


© Riproduzione riservata