Medicina Tradizionale Cinese

RIFLESSIONI D'INVERNO

 Un tentativo di integrazione tra Medicina Tradizionale Cinese e Medicina Moderna Occidentale


La bella fotografia presentata riassume in maniera molto suggestiva e metaforica il significato più profondo del Movimento ACQUA. 

L'Acqua è per l'appunto, nella filosofia taoista e medicina tradizionale cinese, l'elemento energetico in grado di presentarsi nei tre stati fisici (solido, liquido, gassoso), che si lega indissolubilmente alla stagione invernale, al clima freddo, al Nord e che si manifesta nell'organo Rene e nel viscere Vescica. 

Non si può parlare di acqua (il più Yin dei Cinque Elementi o Movimenti) senza pensare e prendere in esame il Fuoco, l'elemento energetico contrapposto, il più Yang, tipico dell'Estate, del Sud, che ha come organo referente il Cuore.

Il Nero è il colore che viene tradizionalmente attribuito all'Acqua, perché l'acqua scorre in abbondanza nelle profondità nascoste ed oscure del sottosuolo ma è un nero che, come il nero del carbone o della fuliggine conserva al suo interno un ricordo della passata combustione; è un nero cupo, profondo, come quello degli abissi marini o degli spazi galattici, che pure serba una traccia o un riverbero della luminosità del sole o delle stelle che lo hanno attraversato.

In questa visione sarebbe più logico immaginarlo come un colore blu-cobalto, molto profondo.

Il pittogramma cinese che indica Acqua (Shui) è molto caratteristico: suggerisce l'idea di piu' corsi d'acqua che si raccolgono in un unico fiume che scende nelle profondità della terra.

L'idea dell'Inverno (e quindi dell'Acqua) è quella di ritirarsi, di isolarsi, di nascondersi, di riposarsi, come gli animali che vanno in letargo in luoghi riparati, o come i semi sotto la terra, dove si attivano e si preparano per prorompere come germoglio alla prossima primavera.

L'Acqua rappresenta quella forza ancestrale e inarrestabile che ci porta a chiudere e nascondere, a tesaurizzare le nostre facoltà ed energie fisiche e psichiche in vista del periodo freddo ed ostile da superare.

C'è sia l'idea di conservare le forze vitali e di preservarle, sia l'idea di vivere reclusi e nascosti.

Se volessimo immaginare un quadro che sintetizzi metaforicamente questi concetti dovremo pensare di trovarci in una notte buia, fredda e silenziosa, in un paesaggio completamente innevato, con il cielo scuro e la luce lunare, rifugiati e protetti in una baita ricoperta di neve, che ci protegge e ci separa come una coltre dal resto del mondo (come un seme sotto la neve), con un ceppo ardente sul camino, il cui fuoco va accudito e conservato diligentemente (come se fosse la scintilla della vita stessa).

E' quasi un'immagine olografica del Natale come si usava nella nostra infanzia quando si scrivevano le famose letterine ai nostri genitori.

Concedetemi una piccola digressione sulla grande valenza simbolica di questo fuoco nel freddo invernale, di questa luce nell'oscurità della notte. 

La suggestione del Natale è più che mai opportuna perché il solstizio d'inverno è stato considerato sin dall'antichità un momento di passaggio magico e drammatico: i giorni diventano sempre più corti e bui, fino ad arrivare alla notte più lunga dell'anno. 

L'oscurità prende il sopravvento sulla luce, la notte è più lunga del giorno.

Tutta la natura è come sospesa in questa morte simbolica che attende una resurrezione.

Le giornate dopo il solstizio divengono progressivamente un po' più lunghe, e di nuovo il potere del Dio Sole cresce e si manifesta nella sua luce.

Il mosaico raffigurato risale al III° sec. d. C. ed è situato nella necropoli vaticana, sotto la Basilica di S.Pietro: raffigura Cristo nelle vesti del Dio Sole- Apollo- Sol Invictus, alla guida del carro, a testimonianza della sovrapposizione storica tra culti pagani e quello cristiano.

Se volessimo associare un motto all'Acqua, esso sarebbe: "Io voglio", ed infatti l'acqua vuole raggiungere il suo obiettivo (sfociare nel mare) in tutti i modi possibili ed immaginabili, e alla fine ci riuscirà qualsiasi sia il percorso, le difficoltà e le traversie che dovrà affrontare.

Raggiungerà il mare dopo essere stata sorgente, ruscello, fiume, cascata, lago, dopo avere scavalcato massi o aggirato montagne; è capace di scomparire dalla superficie e di continuare il suo percorso sotterraneo, di ricomparire in superficie in maniera carsica, può farsi nebbia, nuvola, mutarsi in pioggia, neve o ghiaccio, sempre per perseguire la sua meta naturale. 

E la raggiungerà.

La debolezza e la forza dell'Acqua sono sempre stati esemplari nella cultura taoista e nella applicazione delle Arti Marziali: "Ecco come bisogna essere! Bisogna essere come l'acqua. 

Niente ostacoli, essa scorre.

Trova una diga, allora si ferma.

La diga si spezza, scorre di nuovo.

In un recipiente quadrato, è quadrata.

In uno tondo, è rotonda.

Niente esiste al mondo più adattabile dell'acqua.

E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei... 

L'acqua è fluida, morbida e cedevole. 

Ma l'acqua logorerà la roccia, che è rigida e non può cedere.

Di norma, tutto ciò che è fluido, morbido e cedevole supererà qualsiasi cosa sia rigida e dura". (Lao Tse, VI sec.a.C.).

Quella dell'Acqua è l'energia più profonda: legata al grembo della terra, e nella donna all'utero in gestazione, nel cui liquido amniotico galleggia il feto.

Dobbiamo considerare il Rene la radice del nostro corpo: come la radice nutre l'albero, così il Rene conserva e assicura la presenza dell'Acqua e della forza vitale in tutti gli organi. 

Il Rene nella MTC ha una funzione Yin e una funzione Yang, o se si preferisce, uno dei due reni svolge una attività di Fuoco e l'altro di Acqua. 

Nei Reni c'è la sede del Jing (Essenza): la forma più materiale, strutturale e costituzionale di energia, uno dei "Tre Tesori" (Jing = Essenza, Qi = Energia; Shen = Spirito) che sono tre stadi di raffinazione progressiva dell'Energia e che costituiscono l'impalcatura dell'organismo, in una unità psico-somatica olistica di ogni singola cellula, nella cui attività vitale, in rapporto reciproco con tutte le altre, coesiste il mistero e l'aspirazione di una medesima armonia materiale, emotiva e spirituale.

Se una persona vuole vivere a lungo e in salute deve accudire i Tre Tesori: se uno dei tre si indebolisce anche gli altri due ne risentono. 

Il saggio con i Tre Tesori (San Bao) in grembo (XVII sec.)

Il Jing si divide in una parte Ancestrale o Ereditaria (c.d. del Cielo Anteriore) che abbiamo avuto in eredità dai nostri genitori nel momento del concepimento e che è destinato nel corso della vita, fisiologicamente, a consumarsi progressivamente fino al suo inevitabile esaurimento (è come una batteria che ci è stata data in eredità) e il Jing acquisito (o del Cielo Posteriore) che corrisponde al rifornimento, al ristoro energetico che possiamo dare al Jing Ancestrale, tramite l'energia ricavata da una corretta alimentazione/digestione; dall'aria e dalla respirazione e da tutte le norme igieniche e salutari preventive che possiamo adottare nella vita (regolarità del ritmo sonno/veglia, corretta vita sessuale, trattamenti di agopuntura ,fitoterapia, massaggi energetici, pratiche di meditazione e le ginnastiche dinamiche e respiratorie del Qi Gong e/o Tai Chi), oltre che dalla coltivazione di buone relazioni interpersonali e da pensieri di pace e compassione. 

In tal modo potremo "restaurare" e non dilapidare l'Essenza Ancestrale, potremo conservarla più a lungo, non la consumeremo nelle situazioni di stress e potremo così prolungare la durata della nostra vita in condizioni di buona salute. 

La attività di Fuoco (Yang) corrisponde a quella parte di Jing Ancestrale , più dinamica e circolante che possiamo anche chiamare Yuan Qi (Energia ancestrale o Congenita) che, viaggiando negli otto Meridiani Straordinari (i primi a formarsi embriologicamente) attiva e sostiene col suo calore tutte le attività di trasformazione (soprattutto dei liquidi) e metaboliche e che rappresenta la nostra "speranza di vita" (il numero degli atti respiratori che ci sono stati assegnati dal momento del concepimento); mentre la funzione di Acqua (Yin) del Rene, legato essenzialmente al Jing Ancestrale nel suo aspetto più materiale (fluido) e strutturale, ha a che fare con lo sviluppo, l'accrescimento, la maturazione sessuale e la fertilità di un individuo.

Quindi nei due Reni avviene un connubio tra Acqua e Fuoco; grazie a questo bilanciamento tra la capacità del Rene Yin, di raffreddare e moderare l'azione del Fuoco, portando in basso l'umidità proveniente dai Polmoni e promuovendo la giusta diuresi, in termini quantitativi e qualitativi, senza determinare eccessi di umidità o di ristagno dei liquidi corporei, grazie alla funzione del Rene Yang che li riscalda e vaporizza, possiamo mantenere il giusto equilibrio di idratazione, di termoregolazione e di attivazione metabolica del corpo. 

Un modo antico ed affascinante di spiegare ciò che la Medicina Moderna, dopo qualche millennio di evoluzione, ha interpretato e spiegato come equilibrio idro-elettrolitico.

Gli antichi saggi cinesi dicevano che "Il Rene apre e chiude", cioè controlla la giusta quantità di acqua da eliminare, lavorando in simbiosi con la Vescica urinaria che estrae la parte più sottile dei liquidi e li fa salire, mentre elimina quella più torbida e densa. 

E' molto interessante considerare come il primo punto del Meridiano del Rene (R1 o Yongquan, Fonte zampillante) sia localizzato nel punto più basso e Yin dell'intero organismo, al di sotto della pianta del piede, in contatto diretto con la terra che assorbe e modera l'esuberanza dell'Acqua (ricordiamo che nella Teoria dei Cinque Movimenti, essendo la Terra il "nonno" dell'Acqua, essa ha nei suoi confronti un ruolo di moderazione e controllo).

Un esempio di automassaggio dell'agopunto R1, Yong Quan, utile per la tonificazione del Rene

Ancora è da sottolineare come sotto la spinta del Jing dei Reni in forma di Yuan Qi inviato al Cuore, questo provvede a trasformare le energie provenienti dalla alimentazione e dalla respirazione per trasformarle in Qi e Sangue, che verranno poi diffusi a tutto l'organismo attraverso i Meridiani e il sistema dei vasi sanguigni.

MING MEN = Porta del destino (ming=destino, men=porta), scintilla della vita, è il luogo anatomo-funzionale in cui coesistono le due funzioni YIN (Acqua) e YANG (Fuoco) dei Reni, dove avviene l'interazione fertile tra acqua e fuoco, indispensabile al dipanarsi della nostra vita (dal concepimento, all'accrescimento, alla maturità fisica, sessuale e spirituale, fino all'invecchiamento). 

Il Fuoco di per sé ha la tendenza impetuosa dell'energia maschile, incita alla collera e sarebbe portatore di distruzione, se non fosse moderato in primo luogo dall'Acqua, che scorrendo verso il basso va a riempire ogni spazio vuoto o cavo e rinsalda quel che il Fuoco dilata. 

La sua azione è dunque centripeta o costruttiva; invece di elevarsi verticalmente come il Fuoco, si espande in orizzontale.

Tende cosi al riposo, alla calma, il che consente di accostare la sua passività alla dolcezza femminile. 

Tradizionalmente e classicamente Ming Men viene localizzato in una zona tra i due reni e si superficializza sulla schiena nella zona lombare (tra L2 e L3), in un punto situato sul Meridiano Du Mai (Vaso Governatore), l'attivatore di tutto lo Yang del corpo umano, che si chiama VG4. 

Il meridiano straordinario Du Mai rappresenta la principale via per tonificare il Ming Men. 

Il Qi Gong lavora sul Ming Men in tutte le sue forme: nel rilassamento, nella sua apertura, nella respirazione consapevole e nella intenzione cosciente.

Ming Men è la porta tramite la quale ci affacciamo alla vita e attraverso cui si compie il nostro destino. 

Acqua e Fuoco, sono dunque indispensabili per l'origine ed il mantenimento della vita: molte sono le tradizioni culturali e filosofico-religiose che ricorrono a questa metafora di vita e di rinascita. 

Un esempio simbolico spesso ricordato è quello del riso, cereale essenziale per l'alimentazione dell'antica Cina, che nasce dall'acqua, ma che cresce e si sviluppa grazie al calore del sole. 

Come, ad esempio, non pensare anche alla simbologia cristiana del Battesimo: rinascita dell'uomo nuovo, nato dall'acqua e rigenerato dal fuoco dello Spirito Santo e dove, attraverso la simbologia della candela accesa, si fa riferimento alla luce, alla chiarezza (altra traduzione di Ming), alla luminosità che sosterranno il cammino della nuova vita.

Il gusto che si associa all'Acqua (e al Rene) è tipicamente il sapore salato. In MTC ogni sapore tende un po' a frenare l'esuberanza del Movimento energetico a cui si riferisce, e così avviene anche per l'acqua che tenderebbe a stravasare, ad allagare, mentre il sale la modera, la riassorbe e in qualche modo tende a tonificarla e concentrarla. 

L'odore che si associa all'Acqua è quello stagnante e marcescente, come quello che deriva dalla macerazione dei fiori o delle foglie nel sottobosco umido.

Dal punto di vista della fisiologia cinese dai Reni dipendono lo sviluppo e la salute delle Ossa (denti e capelli) e dei Midolli, sia di quello osseo (il midollo rosso ematopoietico, racchiuso all'interno delle ossa compatte e nell'osso spongioso), sia del Midollo spinale e di quello che i Cinesi chiamano "Mare dei midolli", e cioè il Cervello. 

Possiamo raffigurare questo concetto con l'immagine dei Reni come una fonte sotterranea, da cui ha origine la vita e il midollo come un fiume, che scorre dentro la colonna vertebrale verso l'alto, fino a sfociare nel mare del Cervello. 

Il rapporto tra Rene e Cervello (che a sua volta si identifica con Cuore-Mente) è molto presente nella MTC: come vedremo in seguito l'istinto e la volontà di sopravvivenza che anima il Rene si integra anche con la chiarezza, la lucidità mentale e la memoria che ci sostengono nel fare la scelta giusta e ci permettono di agire coerentemente al raggiungimento dello scopo prefissato.

Abbiamo già detto che l'Acqua e i Reni rappresentano l'aspetto più interno e profondo della vitalità, ecco il motivo per cui il Rene si occupa della impalcatura scheletrica che dà sostegno e radicamento a tutto il corpo. 

Le ossa sono dunque l'impalcatura fisica del corpo, come i Reni ne costituiscono quella energetica. 

Le ossa sono per i cinesi il segno della strutturazione più profonda dell'individuo, in esse si cristalizza il Jing e sono un simbolo di immortalità. 

Al loro interno, dopo la morte, era diffusa la credenza che si rifugiassero a lungo gli spiriti vegetativi (i cosidetti Po, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo dedicato all'Autunno e al Polmone); si credeva inoltre di poter rinvenire tra le ceneri, dopo la cremazione dei Santi e dei Saggi Taoisti, alcune pietre preziose (cristallizzazione del Jing). 

Gli antichi cinesi non potevano certo conoscere la Vitamina D e la sua capacità di mineralizzazione dell'osso; noi sappiamo bene come una ipovitaminosi D può determinare osteodistrofia, rallentamento dell'accrescimento, rachitismo in età pediatrica ed osteoporosi e suscettibilità alle fratture nella terza età, ma è molto sorprendente considerare che proprio nel rene avviene l'attivazione enzimatica della Vit. D, che infatti risulta carente nei pazienti affetti da insufficienza renale e sottoposti alla dialisi. 

Tutto ciò è davvero sorprendente.

Le ginocchia e i gomiti sono le articolazioni più legate al movimento Acqua. 

Bisogna mantenerle mobili e soprattutto evitare che si raffreddino, se vogliamo mantenere tonici i Reni. 

E' una esperienza comune quella secondo cui finché il freddo è confinato ai piedi o alle mani, possiamo recuperare e trovare il modo di riscaldarci, ma se il freddo arriva ai gomiti e soprattutto alle ginocchia, è netta la sensazione che il freddo letteralmente invada gli organi interni e ci consumi una parte dell'energia vitale. 

Questo è il motivo per cui prudentemente, durante le posture statiche o la fase di meditazione, i maestri suggeriscono di coprire adeguatamente le ginocchia. 

Anche la regione lombare è una zona da proteggere dal fattore freddo e dall'umidità per tonificare i Reni.

L'organo di senso di pertinenza del Rene è l'Udito. 

Oltre alla somiglianza morfologica del Rene con l'orecchio (entrambi somigliano ad un feto immerso nel liquido amniotico, come ci insegna l'Auricologia) esiste una riflessione più profonda che lega l'acqua alla produzione del suono e al silenzio. 

Il processo uditivo richiama il fluire dell'acqua: le onde sonore colpiscono il timpano e la catena degli ossicini dell'orecchio medio (martello, incudine e staffa) trasmette l'impulso meccanico all'organo neurosensoriale della coclea che proprio grazie alle delicate oscillazioni idrodinamiche del liquido perilinfatico (orecchio interno) è in grado di attivare il meccanismo neuro sensoriale auditivo.

Anche una riflessione psicologica sul silenzio è molto pertinente con le caratteristiche del Movimento Acqua: già abbiamo riflettuto su quell'immagine tipicamente invernale della notte buia e silenziosa, con la neve che ovatta e rende il silenzio più profondo. 

Orbene è proprio questo "silenzio dell'acqua" che ci permette di rivolgere la nostra attenzione alla nostra interiorità più profonda e ci aiuta a recuperare un ascolto interiore, un ritorno alle origini (il ventre materno: umido, tiepido, silenzioso e buio), un equilibrio in grado di tonificare i Reni e in ultima analisi la nostra carica vitale.

A riprova di come il deficit del Rene accompagni la parabola involutiva della senescenza, la MTC sottolinea il fatto che con il passare degli anni, insieme al decadere della vitalità sessuale e procreativa, anche le ossa (i denti, i capelli) si indeboliscono, l'udito diminuisce e le capacità cognitive (l'attenzione e la memoria) possono purtroppo subire un certo grado di involuzione. 

La "Sindrome dell'Anziano Fragile", tanto usata dai nostri geriatri, definita dall'OMS come "uno stato di fisiologica vulnerabilità legato all'invecchiamento dovuto ad un'alterazione della capacità di riserva omeostatica e a una ridotta capacità dell'organismo di far fronte a stress come le malattie acute... costituisce un fattore importante di disabilità e di eventi avversi" è proprio la traduzione e stigmatizzazione in termini scientifici moderni del declino della funzione renale descritto in MTC.

Per questi motivi gli antichi cinesi consideravano l'accrescimento stentato, i difetti di dentizione nel bambino, il ritardo psicomotorio o della maturazione sessuale segni di sicura insufficienza della Funzione Renale (del Jing prenatale), come anche una vecchiaia precoce, la calvizie o l'imbiancamento dei capelli, l'edentulia, la fragilità delle ossa, la freddolosità, i deficit mnemonici un analogo segnale di indebolimento della funzione renale nelle decadi più avanzate.

Permettetemi soltanto una osservazione sulla aumentata prevalenza di calvizie tra i giovani maschi e la riduzione della fertilità tra le giovani coppie: i comportamenti individuali, lo stile di vita frenetico della nostra società, lo stress e l'inquinamento dei cibi, dell'aria e dell'acqua non consentono evidentemente in maniera sufficiente al Jing renale acquisito di compensare in maniera adeguata il consumo di quello Innato. 

Comunque nella interpretazione della calvizie o dell'incanutimento dei capelli dobbiamo essere piuttosto prudenti, perché esistono molte situazioni in cui queste manifestazioni non si associano affatto a deficit della funzione Renale.

E da ultimo, concedetemi una battuta, anche se presa dalla Sacra Scrittura: ricordiamo tutti la storia di Sansone, vero? 

Non a caso la sua forza era legata alla folta capigliatura e quanto fu deleterio quel biblico... taglio di capelli (sic!)

Nella competenza fisiologica del Rene secondo la MTC è compresa anche la funzione endocrina della ghiandole surrenali e delle gonadi (come già accennato), in particolare è proprio il ruolo del Ming Men ad essere parzialmente sovrapponibile all'azione del sistema endocrino della Medicina Moderna, costituito dall'asse ipotalamo-ipofisario, dalle ghiandole surrenali e dalle gonadi (testicoli, ovaie).

Mentre è evidente la correlazione tra gli ormoni sessuali, la riproduzione, la perpetuazione della specie umana e la continuazione del "fiume dell'esistenza", un discorso più dettagliato merita la funzione del Rene quale protagonista della reazione allo stress acuto, da cui dipende letteralmente la sopravvivenza del singolo individuo. 

E' bene chiarire subito che lo stress, di per sé, non rappresenta per l'organismo umano né un bene né un male. 

Anzi, senza stress il genere umano sicuramente si sarebbe estinto. Infatti, anche se oggi è diventato un termine negativo, in sé lo stress è una risposta fisiologica normale e, nella storia dell'evoluzione della specie e in quella individuale, positiva. 

La reazione da stress è infatti un meccanismo difensivo con cui l'organismo si sforza di superare le difficoltà per poi tornare, al più presto possibile, al suo normale equilibrio operativo (omeostasi).

Immaginiamo l'uomo primitivo di fronte ad un pericolo improvviso, come la comparsa di una belva. In pochissimi istanti, come solo i riflessi innati e viscerali neuro-ormonali possono fare, egli deve decidere come salvare la propria vita: fuggire o attaccare? 

E' proprio l'increzione da parte delle ghiandole surrenali degli ormoni adrenergici e di cortisolo che gli permetterà di fare la cosa più opportuna. 

E' la classica situazione emergenziale per la vita di stress acuto, cosidetta "Flight or fight!" (scappa o lotta), in cui il Sistema Neurovegetativo Ortosimpatico è massimamente allertato per la vita.  

Questa fase è ovviamente di breve durata, ad essa segue un quasi immediato e ben definito ritorno alla normalità (ad esempio, quando si scatta in velocità per raggiungere l'autobus e, appena saliti, ci si rilassa); ma se la reazione da stress si prolunga, da molti minuti a giorni, settimane, anni e, per qualcuno, tutta la vita, allora si è sicuramente vittime dello stress negativo o distress, che minerà profondamente la qualità della nostra vita, riducendo le difese immunitarie (l'eccesso di cortisolo riduce la risposta anticorpale e le difese da parte dei linfociti), e tramite l'eccesso di catecolamine circolanti aumentando il rischio di malattie cardiovascolari (aritmie cardiache, ipertensione arteriosa o infarto miocardico, quest'ultimo sia per la vasocostrizione arteriolare, sia per l'aumento della aggregazione piastrinica e dei fattori di coagulazione che sarebbe una risposta utile nella situazione di Stress acuto, nella lotta ci si può ferire e le ferite che sanguinano devono guarire presto, ma che peggiorano quelle dell'anima nella vita frenetica e depersonalizzante che rischiamo di vivere). 

Proseguendo lo stato di stress cronico o distress si finisce con l'esaurire la componente energetica -vitalistica del nostro organismo e alla fine si perde il sapore (il sale?) della vita e la gioia di vivere.

E' davvero singolare considerare che la MTC aveva intuito e riflettuto attraverso i suoi parametri culturali, millenni fa su tutto questo delicato e complicato meccanismo psico-neuro-endocrino-immunitario, parlandoci del Movimento Acqua e delle prerogative del Rene di tesaurizzare e custodire lo Yuan Qi e il Jing.

Una prerogativa peculiare dell'Acqua è quella di "saper fare", di realizzare, di avere abilità, di portare a termine il suo compito e di raggiungere l'obiettivo prefissato. L'abbiamo già illustrato all'inizio delle nostre considerazioni.

Ma ora riflettiamo su fatti pratici e banali della vita di tutti i giorni: un individuo con le caratteristiche caratteriali legate all'acqua, è una persona che riesce a risolvere i problemi pratici quotidiani, è un "tutto fare", che si sa arrangiare con quello che ha a disposizione, forse senza ottenere risultati ottimali, ma sicuramente funzionali, si ingegna, si adopera, non si perde d'animo e alla fine riesce a risolvere il problema tecnico. 

Ritorna dunque la metafora dell'Acqua che si concentra su un obiettivo ed alla fine riesce nel suo intento. 

Sa isolarsi dal resto che distrae e confonde, si impegna e si concentra sullo scopo, e mette in moto la sua abilità per migliorare la situazione.

A volte chiude gli occhi per isolarsi dal contesto ed essere più attento al suo compito (avete mai visto un cardiologo mentre ausculta un soffio appena percettibile nel suo paziente? O un musicista in un passaggio particolarmente coinvolgente della sua partitura? Chiudono gli occhi, per concentrarsi meglio)!

Questa abilità, questo saper fare le cose, tipiche del Movimento Acqua, sono racchiuse nella parola Kung Fu, che oltre al significato noto di arte marziale, è applicabile ad ogni ambito delle attività umane e significa proprio "un buon lavoro", "un lavoro ben fatto", "a regola d'arte"!

L'emozione che tradizionalmente viene associata al Rene è la paura.

Ma in realtà questa è l'emozione negativa che ne comporterà, laddove eccessiva o continuativa, l'esaurimento.

La emozione fisiologica del Rene è collegata con quanto detto nel paragrafo precedente e consiste nella cautela (timore) che ci guida nella nostra scelta di abilità, di saper fare.

Facciamo un esempio: sto attraversando un incrocio trafficato o dei binari. 

Il Rene mi suggerisce come difendermi dal pericolo, facendomi fare la cosa giusta: è ovvio che devo aver paura di finire sotto una macchina o sotto al treno, ma non per questo avrò paura dei binari o degli incroci quando li attraverso, in condizioni di sicurezza, o quando il passaggio a livello è alzato e non arriva nessun treno.

Quindi l'emozione fisiologica consiste in quel fisiologico "eustress" che mi permette di rispondere ad uno stimolo potenzialmente nocivo, preservando la vita e scegliendo bene cosa fare.

Quando invece questo timore diventa eccessivo, continuativo e si sgancia dalla causa che l'ha provocato, o perdura ad oltranza, si genera il sentimento negativo della Paura, che consuma e indebolisce il Rene, fino a sfociare in una situazione di Panico che è definito come "la paura che non ha genitori" o "la paura di aver paura".

E' tipico dell'attacco di panico l'irrazionalità e la completa inefficienza del nostro agire, che possono andare dagli eccessi agitanti del fuoco in testa (vampate di calore, sudorazione, brividi, palpitazioni, agitazione, confusione mentale, cefalea, tremori e comportamenti irrazionali), ad estremi paralizzanti opposti come impietriti, bloccati dalla paura (sensazione di collasso o svenimento, tremori delle gambe, ginocchia che cedono, incontinenza degli sfinteri, freddo ai piedi, incapacità di reazione). 

In entrambi i casi si vede come quel connubio di Fuoco e Acqua, da cui dipende l'armonia e il benessere della nostra vita, sia completamente separato e dissociato: il Fuoco (Shen) sale e lo Jing dei Reni sprofonda, senza più alcuna influenza reciproca e senza nessun freno modulatore.

L'urlo di Munch, rappresenta in maniera emblematica e tragica il sentimento della paura, quando questa raggiunge una dimensione esistenziale e cosmica.

L'interazione reciproca tra cuore e reni è anche nella Medicina Moderna una realtà fisiopatologica di grande importanza.

La sindrome cardiorenale è definita come un complesso disordine fisiopatologico che coinvolge cuore e reni, in cui la disfunzione acuta o cronica di uno dei due organi induce una disfunzione rispettivamente acuta o cronica nell'altro. 

E' appena il caso di accennare come uno scompenso cardiaco possa provocare un aggravamento della funzione renale e di come quest'ultima possa ulteriormente aggravare la funzione cardiocircolatoria.

Inibire la produzione di renina-angiotensina, di aldosterone, di catecolamine circolanti (prodotti dal rene e dal surrene) e incrementare la diuresi costituiscono i caposaldi classici della terapia dell'insufficienza cardiaca.

Il cuore stesso, aumentato di volume e disteso dallo scompenso, in condizioni di pericolo chiama in aiuto il rene, producendo un ormone (proBNP= peptide natriuretico) che stimola la diuresi renale.

Ma ancora come non menzionare la fondamentale funzione del Rene nella formazione del sangue (ematopoiesi)attraverso l'increzione di Eritropoietina e di come nella MTC sia proprio il Yuan Qi Renale a stimolare il Cuore nella formazione di Qi e Sangue e il Rene a governare il midollo rosso.

Bene sappiamo come una anemia aggravi la funzione cardiaca in corso di ischemia miocardica o di scompenso cardiaco.

Ma questa è un'altra storia.

Ciò che ci interessa in questa sede è rimarcare l'importanza dell'Asse della Vita, e cioè la comunicazione Cuore/Rene o Fuoco/Acqua, su cui abbiamo più volte insistito in queste riflessioni.

Tradizionalmente si attribuisce all'Acqua un suono di voce lamentevole e un atteggiamento emotivo di chi si ritira e si isola; di fronte ad una proposta istintivamente il tipo Acqua risponde: "No, no, no, però... !" ; è una negazione che paradossalmente può trasformarsi in un improvviso "si", perché può farsi trascinare, può farsi convincere dopo ripetute insistenze.

E' quasi un farsi desiderare.

E' infatti probabile il rovesciamento delle posizioni (l'Acqua è il massimo dello Yin, che prelude allo Yang: è quel famoso puntino bianco nel mezzo del nero del simbolo del Tao).

Ma la personalità Acqua è anche capace di aggrapparsi e di travolgere il suo interlocutore e di tirarlo giù, di assorbire le sue energie e di sprofondarlo talora fino alla depressione.

Lo Spirito che anima i Reni è lo ZHI, cioè la Volontà, l'istinto di sopravvivenza o la volontà di vivere: è una forza incommensurabile e molto potente che porta a tradurre in atti pratici e concreti il volere del Cuore che lo ispira e lo muove. 

Il pittogramma di ZHI (Volontà) è molto esplicativo: la parte inferiore (xin ) significa "cuore " (rappresentato come una scodella vuota aperta verso l'alto atta a ricevere e distribuire le gocce di Shen= spirito), mentre la parte superiore rappresenta in modo stilizzato un germoglio che esce dalla terra. Il carattere ci trasmette quindi l'idea di impulso vitale che sorge dritto, assieme alla propensione a sviluppare ciò che c'è sotto e al legame con il terreno da cui si nasce, cioè dalla guida e dal consiglio del Cuore.

E' in primis desiderio di sopravvivere e di riprodursi, ma anche volontà di portare a termine gli obiettivi prefissati, di focalizzarsi su determinati traguardi e raggiungerli.

E' quella spinta che ci fa trovare la giusta strada nella vita, perseguire i nostri sogni e promuovere la nostra realizzazione umana, affettiva, professionale.

Se lo Zhi renale è troppo forte e non segue più il consiglio moderatore del Cuore, l'individuo diventa un arrivista che si isola dal contesto sociale e familiare, diventa disinteressato agli altri, emotivamente distaccato e sospettoso al fine di raggiungere gli obiettivi sempre più ambiziosi che si propone, in un vortice di egocentrismo e indifferenza per chi lo circonda.

Se invece lo Zhi è debole, l'individuo non riesce a portare a termine i suoi progetti, sviluppa un senso di stanchezza ed apatia, si disperde in mille distrazioni, cambia idea, non si radica in nessuna iniziativa e finisce col diventare superficiale ed inconcludente. Talora diviene vittima di fobie e paure.

L'animale mitologico che viene collegato con l'Acqua e il Nord è la Tartaruga nera.

La tartaruga, non solo simboleggia la saggezza e la longevità, ma spesso anche l'indistruttibilità (per il suo carapace resistente) che l'ha convertita anche come simbolo del potere militare.

Allo stesso modo, rappresentava la permanenza dei governatori cinesi che avevano carattere divino.

Nell'Antica Cina, in lei veniva vista la madre originaria di tutti gli animali ed era interpretata simbolicamente come un cosmo in miniatura.

Fra la sua corazza arrotondata nella parte superiore, che reca degli ideogrammi da interpretare e che richiama il cielo e quella piatta inferiore, che richiama la terra, si sviluppa l'uomo. 

Spesso la tartaruga è raffigurata intrecciata con un serpente.  

Vorrei concludere queste riflessioni accennando sinteticamente al viscere che lavora in simbiosi con il Rene: la Vescica (Pang Guan).

Oltre alla funzione di ricevere dal Rene ed espellere i liquidi torbidi (l'urina), la Vescica in MTC ha la prerogativa di riassorbire la parte più sottile dei liquidi in uscita e di ri-immetterli a disposizione di tutto l'organismo, soprattutto dei muscoli e della parte più superficiale-esterna del corpo (secondo la definizione cinese distribuisce l'acqua "ai territori e alle città").

In pratica viene attribuita alla Vescica la funzione che la fisiologia moderna ha individuato nella porzione più distale dei nefroni (ansa ascendente di Henle e dotto collettore), sensibili all'azione dell'ADH (ormone antidiuretico post-ipofisario) la cui insufficienza determina la poliuria pallida caratteristica del Diabete Insipido.

Il concetto fisiopatologico di base, intuito dalla MTC, è comunque rispettato: l'organismo non intende sprecare l'acqua, indispensabile alla vita, e la recupera finché è possibile per tesaurizzarla e riutilizzarla.

Un'altra importante prerogativa della Vescica, considerando, il percorso dei suoi meridiani, lungo il dorso e la schiena, in particolare in vicinanza della colonna e dei gangli del sistema nervoso simpatico, è il suo coinvolgimento nelle reazioni da stress (allerta, vigilanza) e di distribuzione dell'energia Yang in tutto il corpo.

Queste sue funzioni sono subordinate ed attivate dalla forza propulsiva del Rene Yang.

Nello specifico il meridiano della Vescica Urinaria parte da un punto preciso in corrispondenza della commessura palpebrale interna dell'occhio per salire sulla superficie cranica e ridiscendere per gran parte del tragitto parallelamente alla colonna vertebrale sovrapponendosi alle apofisi spinose della colonna vertebrale, vale a dire in corrispondenza dei nervi spinali che emergono dalle vertebre, per poi discendere ancora nella parte posteriore delle gambe.

Il meridiano del Rene invece scorre lungo la parte ventrale e centrale del corpo in direzione ascendente a partire da un punto preciso della pianta del piede (Yong Quan) fino ad arrivare sotto la clavicola, costeggiando lo sterno.




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