LINFODRENAGGIO

LINFODRENAGGIO MANUALE

IL MASSAGGIO LINFODRENANTE PER LA CURA DEL LINFEDEMA


LA STORIA

Il linfodrenaggio manuale nasce agli inizi degli anni 30 del secolo scorso. 

Il biologo danese Emil Vodder sviluppa una forma di massaggio linfatico drenante che denominó appunto "drenaggio linfatico manuale" (DLM)

Ebbe l'intuizione quando provó a massaggiare leggermente un paziente con un linfonodo duro ed edematoso. 

Dopo diverse sedute con leggere rotazioni indotte dai polpastrelli, a livello delle amigdale, l'assistito si è sentito meglio e senza presentare recidive. 

Ora il suo metodo è diffusissimo in diverse nazioni del mondo e rimborsato dal sistema sanitario (in primis Germania e Belgio) nonostante inizialmente fosse poco ben accetto dal mondo medico ma accolto da quello estetico (era un biologo e fisioterapeuta). 


SCOPO E INDICAZIONI 

Lo scopo del linfodrenaggio è quello di far defluire (quindi, drenare) i fluidi linfatici. 

Per tale ragione, questa particolare tecnica di massaggio è indicata e sfruttata con successo per favorire il riassorbimento degli edemi, regolare il sistema neurovegetativo, favorire la cicatrizzazione di ulcere e piaghe nei diabetici. 

Il linfodrenaggio, inoltre, è ampiamente indicato nell'ambito della medicina estetica. 

Non a caso, sono molte le donne che ricorrono a questo tipo di massaggio per combattere gli inestetismi della cellulite.  

Ancora, il trattamento con linfodrenaggio viene spesso consigliato ai pazienti che si sono sottoposti a interventi di chirurgia estetica, quali la liposcultura e la liposuzione e nei casi di edema facciale da colpo di frusta cervicale.  

Infine, vista la sua capacità di eliminare il ristagno di liquidi favorendo il riassorbimento degli edemi, il linfodrenaggio risulta essere una tecnica particolarmente utile e indicata anche nelle donne in gravidanza.


CENNI ANATOMICI E FUNZIONALI DEL SISTEMA LINFATICO

Il sistema linfatico è una fondamentale componente del sistema immunitario

Situato parallelamente al sistema cardio-circolatorio, si oppone agli accumuli di liquido nei tessuti ed è il primario difensore dell'organismo

Ha funzione di sorveglianza immunologica, rimozione di detriti cellulari e microbi dai tessuti convogliandoli verso i linfonodi e di mantenimento dell'ambiente liquido interno e drenaggio dei liquidi in eccesso nei tessuti. 

E' composto da diverse strutture e organi: Linfa, Vasi linfatici, Linfonodi, Organi linfoidi (primari e secondari)


LA LINFA

Deriva direttamente dal sangue, è più ricca di globuli bianchi e poverissima di globuli rossi. E' il liquido interstiziale in eccesso che viene convogliato all'interno dei capillari linfatici. 

Caratterizzata da un colore trasparente/giallastro paglierino contiene Zuccheri, Proteine, Sali, Lipidi (rispetto al sangue molto più ricca), Amminoacidi, Ormoni, Vitamine e Globuli bianchi. 

La linfa che non ha ancora attraversato nessuna barriera linfonodale: la LINFA PERIFERICA

La linfa contenuta tra la prima e l'ultima stazione linfonodale e si sta depurando: la LINFA INTERMEDIA

La linfa è pronta per essere rigettata nel torrente ematico: la LINFA CENTRALE.


I VASI LINFATICI

Sono strutture al cui interno scorre la linfa grazie ad azioni combinate

I vasi più piccoli sono denominati capillari e si trovano nelle regioni più periferiche. 

Riunendosi tra loro formano vasi sempre maggiori fino a riversarsi nel DOTTO TORACICO

La linfa trasportata dal dotto toracico, si unisce a quella proveniente dalla parte superiore del corpo, si riversa a livello della congiunzione tra vene succlavie e vena giugulare. 

Il reflusso della linfa è garantito da vere e proprie inserzioni valvola che gestiscono l'obbligatorietà dello scorrimento linfatico in un solo senso fino alla circolazione sistemica anche contro gravità. 


I LINFONODI

Sono vere e proprie stazioni di filtraggio, nodulari a forme di rene o rotondeggiante e contengo linfociti T e B. 


IL TIMO

Ghiandola presente nel tratto superiore del mediastino tra lo sterno e i vasi di grosso calibro che partono dal cuore. 

Svolge la funzione di portare a maturazione vari tipi di Linfociti, finalizzandoli alla distruzione i patogeni intracellulari

I linfociti T (da Timo) subiscono diverse trasformazioni. 

Le cellule prodotte dal midollo osseo diventano inizialmente timociti per poi diventare linfociti T e saranno alla base dell'immunità cellulo-mediata ovvero sul processo grazie al quale si riconoscono e si attaccano le cellule infette preservando quelle sane. 

Una volta addestrati, i linfociti T migrano verso altri organi linfatici periferici come i linfonodi, la milza e le tonsille dove, moltiplicandosi, svolgeranno la loro azione.


IL MIDOLLO OSSEO

Il midollo osseo è l'unico organo deputato alla sintesi degli elementi figurati del sangue, vale a dire dei globuli bianchi (granulociti, linfociti, monociti), di quelli rossi (eritrociti) e delle piastrine (trombociti)

Questi, infatti, non sono eterni (i globuli rossi, ad esempio, vivono in media 120 giorni) e come tali devono essere continuamente rimpiazzati.


LA MILZA

La milza è un organo impari di forma ovoidale, situato nella parte sinistra dell'addome, sotto il diaframma, in prossimità dello stomaco e del pancreas. 

Il suo compito è di produrre globuli bianchi, ripulire il sangue dai globuli rossi invecchiati e controllare la presenza di agenti patogeni e particelle estranee.


LE TONSILLE

Poste in fondo al cavo orale, proteggono dai microrganismi presenti nell'aria che inspiriamo.


IL SISTEMA LINFATICO PATOLOGICO

Il sistema linfatico è un circuito aperto, non ha una pompa e presenta interruzioni lungo il proprio decorso (linfonodi). 

E' munito di valvole per garantire unidirezionalità del flusso. 

Il flusso è stimolato dagli stessi fattori che garantiscono il ritorno venoso (pulsatilità arteriosa, respirazione e pompa muscolo-scheletrica). 

Purtroppo il sistema linfatico potrebbe non funzionare a dovere e ciò farà accumulare importanti quantità di liquidi negli spazi interstiziali. 

Questa condizione patologica è definita EDEMA evidenziata dal classico segno della FOVEA, presenza di una fossetta a seguito di una pressione digitale sulla parte indigata.


LE MANOVRE DEL LINFODRENAGGIO MANUALE

Le manovre principali sono 5: svuotamento o apertura, manovra circolare o frizione, manovra di pompaggio, manovra di rotazione e manovra di erogazione o spinta

A queste manovre si aggiunge quella di sfioramento e di pomper-renvoyer che è la combinazione del movimento del pompaggio a cerchio fisso dove una mano esegue il pompaggio e l'altra compie il cerchio fisso. 

Questo tipo di manualità è indicata per il distretto vascolare superficiale. 


CONTROINDICAZIONI

Le controindicazioni al DLM si dividono in ASSOLUTE e RELATIVE

Le controindicazioni ASSOLUTE sono: ipertiroidismo o patologie a carico della tiroide. Funzione tiroidea iperattiva per pericolo di ormoni tiroidei che si riversano nel sangue troppo rapidamente. 

Ipersensibilità del seno carotideo. 

Minaccia di una pericolosa riduzione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca. Aritmia cardiaca. 

In alcuni casi la stimolazione del nervo vago può causare insufficienza cardiaca. 

Tumori maligni non trattati. Infezioni. Allergie sistemiche e locali. Trombosi sistemiche profonde (TSP).

Le controindicazioni RELATIVE sono: l'arterosclerosi nei grandi vasi del collo è sempre una possibilità. 

I vasi diventano sempre più sensibili alla pressione, e i depositi arterosclerotici possono allentarsi dalla parete interna delle arterie del collo e bloccare un vaso sanguigno che conduce il flusso al cervello (pericolo di ictus!). 

Tra quelle relative ci sono anche tumori maligni già curati e infiammazioni croniche.


AVVERTENZE

Il trattamento di linfodrenaggio manuale dev'essere eseguito sempre in modo lento e superficiale. 

Le stazioni linfonodali devono in primis essere svuotate. 

L' esecuzione delle manovre sono sempre da prossimale a distale e il trattamento linfodrenante NON deve MAI causare arrossamento cutaneo o dolore.

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