Il respiro: un ponte tra corpo e mente
"...Caro Lorenzo, questo fine settimana ho buttato giù un pò di idee e ho cercato di dar loro una forma un pò scientifica, un pò umanistica, un pò occidentale, un pò orientale...alla fine è uscita fuori una chiacchierata tra amici...Un caro saluto Luciano"
GRAZIE "DI CUORE" LUCIANO!
La Medicina Tradizionale Cinese
(MTC) è per definizione energetica e olistica.
Energetica significa che l'armonia tra i vari organi e visceri , da cui deriva il buon stato di salute, dipende dal libero fluire della Energia interna (=Qi) o Flusso vitale che tradizionalmente scorre nei meridiani corporei, intersecantesi tra loro in una complessa rete tridimensionale che rende equilibrato il rapporto tra le varie parti e il tutto e tra il nostro organismo (inteso come "microcosmo") e il Macrocosmo (Cielo e Terra), l'ambiente che ci circonda e nel quale ci muoviamo, respiriamo, viviamo.
"L'uomo vive in mezzo al Qi, e il Qi riempie l'uomo. Dal cielo alla terra fino ai 10.000 esseri, tutto ha bisogno di Qi per vivere" (Ge Hong,283-343 d. C).
In questo si chiarisce la definizione di "olistica" e ancor più in una relazione strettissima tra la fisiologia degli organi e le ripercussioni emotive o psichiche di ogni organo.
Tutto ciò che la Medicina Psicosomatica e la PNEI (Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia) ci hanno chiarito e ci rivelano, era già postulato e fermamente sostenuto dalla MTC.
Se la MTC è un albero robusto e ben radicato, tra i vari rami da cui è composto (agopuntura, auricoloterapia, moxibustione, Erboristica, Dietetica, Massoterapia Tuina) non possiamo dimenticare il ramo delle antiche discipline di ginnastica psico-motoria (Qi Gong e Tai Chi Chuan) che hanno una sfera di applicazione marziale, meditativa/spirituale e salutistica-medica.
L'applicazione di tutte queste metodiche contemporaneamente contribuisce a mantenere lo stato di salute dell'individuo e ne prolunga gli anni di vita in benessere.
Usando un linguaggio aggiornato agli schemi mentali occidentali diremo tecniche "Anti-stress" e "Anti-aging".
Per questo motivo la MTC sottolinea soprattutto l'aspetto di prevenzione e mette in secondo piano quello curativo.
"Curare una malattia quando è ormai comparsa è come iniziare a scavare un pozzo profondo quando si ha sete o forgiare le armi quando la battaglia è già iniziata" (Nei Jing, II sec. a. C.)
Le antiche discipline psico-motorie del Qi Gong (= lavoro paziente sull'energia) e del Tai Chi Chuan(= Arte marziale del Supremo Polo, cioè del Tao, ovvero dell'alternanza complementare e dinamica di Yin e di Yang) sono state molto influenzate ed ispirate dal Taoismo e ciò è particolarmente evidente al punto che queste Arti sono state definite Interne, proprio per l'attenzione posta al "non fare", al non uso della forza muscolare, ma alla comprensione e all'utilizzo di concetti filosofici alla base di tecniche motorie e cinetiche come il vuoto, quiete, leggerezza, flessibilità ed energia interna, in contrasto con le Arti marziali esterne (tipo Shaolin Kung fu) in cui predomina l'allenamento muscolare e atletico.
Si narra che fu il monaco taoista Chang San Feng a dare origine nel 13° secolo in Cina al Tai Chi modificando l'arte marziale di cui era grande maestro nel monastero del monte Wudang.
Secondo la tradizione leggendaria egli fu ispirato dalla visione del combattimento tra un serpente e una gru nel quale i due animali si fronteggiavano impiegando due diverse tecniche per battere l'avversario: la gru con gran foga tentava ripetutamente di colpire con il suo forte becco il serpente che però con movimenti circolari continui si sottraeva ai micidiali colpi ... alla fine vinse il serpente che quando intuì che la gru era affaticata e sempre più imprecisa sferrò improvvisamente il suo micidiale attacco raddrizzando repentinamente la testa e colpendola mortalmente.
In una seconda versione, meno drammatica e più poetica, nel duello non ci sono né vinti né vincitori, perché il serpente ad un certo punto si mette gioiosamente a danzare in tondo, come nel segno del TAO, e alla fine entrambi gli animali ...scompaiono.
In ogni caso la flessibilità aveva vinto contro la rigidità.
E questo ancor oggi è un principio fondamentale nella pratica del Tai Chi Chuan.
Sempre viene bandito lo sforzo muscolare, che irrigidisce, in favore dell'impiego dell'energia interna che scorre potente a condizione che il corpo rimanga soffice e morbido, per questo il Tai Chi viene definito arte marziale interna.
La scuola più diffusa nel mondo è di stile Yang e prende ispirazione dal Maestro Lu Chan Yang per la tecnica marziale e di combattimento e da suo nipote Yang Chen Fung che ne approfondì e diffuse gli aspetti salutistici e preventivi.
Nella letteratura scientifica internazionale si parla diffusamente di come la pratica costante di questa antica ginnastica cinese sia particolarmente utile in caso di:
1) Problematiche cardiache (cardiopatia ischemica, scompenso cardiaco, riabilitazione post-infartuale, aritmie, fibrillazione atriale , portatori di stent, bypass o pacemaker);
3) Diabete mellito, iperglicemia alimentare e/o aumento del colesterolo o dei
trigliceridi
4) Per migliorare la flessibilità articolare e muscolare e per aumentare la resistenza ossea in caso di osteopenia o osteoporosi
5) Per migliorare la postura, l'equilibrio, la sicurezza del cammino e ridurre il rischio di cadute nell'anziano;
6) Per migliorare la respirazione nei fumatori, negli asmatici, nei portatori di bronchite conica o di enfisema;
7) Per aumentare la forza e la flessibilità dei muscoli degli arti inferiori e superiori:
8) Per aumentare la sensibilità del corpo e la prontezza dei riflessi;
9) Per aumentare le difese immunitarie;
10) Per rendere la mente più lucida, chiara e tranquilla e rafforzare la memoria;
11) Per ridurre ansia e stress;
12) Per migliorare il tono
dell'umore e favorire il riposo notturno.
Le Arte Marziali Interne si propongono innanzitutto tre regolazioni, cioè tre allenamenti e adattamenti specifici, che vengono trattati separatamente a fini didattici, ma che in realtà sono intimamente interconnessi:
Regolare il Corpo
Significa lavorare sulla postura, sull'equilibrio, sulla articolarità e sulla coordinazione motoria.
Molti esercizi dinamici permettono di far fluire il Qi attraverso una libera circolazione nei meridiani, considerando che le rigidità, le ipomobilità articolari, le algie, le tensioni e le contratture muscolari vengono considerate proprio la conseguenza di blocchi nel libero fluire del Qi.
Ammorbidire (=rilassare) ed aprire il corpo, unitamente allo studio del radicamento al terreno costituiscono la base fondamentale di tutta la pratica del Tai Chi Chuan.
Chi vede un praticante in fase di allenamento si rende conto che i movimenti vengono eseguiti in modo:
Circolare
Dolce
Lento
Continuo
Coordinato
al punto da far rassomigliare l'insieme degli spostamenti (la cosi detta "forma") ad una specie di danza misteriosa e silenziosa, una vera "meditazione in movimento", anche se in realtà le varie sequenze cinetiche rappresentano l'alternanza di movimenti di evitamento /difesa (fase Yin) o di propulsione/attacco (fase Yang), una vera e propria lotta virtuale contro un nemico immaginario , che nella migliore tradizione taoista (a cui ci si ispira) è rappresentato da noi stessi, dai nostri specifici limiti, contraddizioni e fragilità.
I maestri di Tai Chi Chuan utilizzarono spesso il paragone del praticante ad un albero il cui tronco diritto e solido è prolungato nel terreno dalle radici (i piedi) e nell'aria dai rami (le braccia); l'uno e gli altri si curvano ed ondeggiano in tutte le direzioni, ma sempre a partire dal tronco, verticale e stabile.
La testa deve essere diretta verso l'alto senza forzare i muscoli estensori del collo come se un filo invisibile la tenesse appesa al soffitto (o al cielo) per il vertice, permettendo una piccola inclinazione del mento verso la fossetta giugulare.
E' molto importante mantenere una linea diritta costante tra le vertebre cervicali e il coccige.
Il dorso non è né bombato, né concavo, ma diritto verticalmente.
Il petto è sgonfio di aria.
Le spalle e i gomiti sono morbidi e rilassati, e tendono verso terra.
Questo è un punto piuttosto difficile da mettere in pratica, ma su cui molto si insiste: esercitarsi a sollevare il capo, senza tensione nel collo, ma contemporaneamente ad abbassare le spalle.
Tutti i movimenti del Tai Chi Chuan partono dalla vita, dall'ombelico, baricentro del corpo, o meglio dal Dan Tien (=Campo del cinabro, situato due cm sotto e all'interno dell'ombelico), vero e proprio luogo di tesaurizzazione dell'energia interna e respiratoria, sorgente bio-energetica di tutti i movimenti.
Le anche sono aperte e abbassate.
Le gambe sono rilassate e leggermente piegate: la gamba che sostiene il peso del corpo durante il cammino si chiama "piena" o "sostanziale", l'altra è detta "vuota" o "non sostanziale" (il più grave errore nella pratica è quello del "doppio peso", cioè di distribuire il peso in maniera equivalente sui due piedi): sarebbe come pretendere di mantenere l'equilibrio ponendo un piede in una barca e l'altro in un'altra barca, ci ammoniscono i maestri.
I piedi devono essere saldamente radicati al terreno, spesso con un carico leggermente aumentato sull'avampiede, soprattutto quando si eseguono esercizi di Qi Gong statico, che molta importanza hanno nel potenziamento e nel radicamento marziale.
Gli occhi, considerati l'organo della trasmissione dello spirito (=Shen), sono vigili e mantenuti con uno sguardo all'orizzonte, diritto davanti a sé: si dice che dove si indirizza lo sguardo si dirige l'intenzione (il proposito) e dove è diretta l'intenzione fluisce l'energia interna (Qi) e con essa si libera la forza. Questa osservazione rientra a pieno titolo nella " regolazione della mente".
Quando si apprendono i primi movimenti è possibile iniziare a lavorare sul principio dell'integrazione, che consiste nel provare a utilizzare il corpo come un tutt'uno senza distinguere tra parte superiore e parte inferiore, prestando attenzione alla continuità dei movimenti e al mantenimento di una mente quieta, ma attenta.
Per questo il Tai Chi è considerato una "meditazione in movimento".
"Sotto il cielo non esiste nulla di più blando e debole dell'acqua.
Tuttavia, quando quest'ultima attacca, nemmeno ciò che è forte e resistente può sconfiggerla: questo perché nulla la può spingere a cambiare"
Questo principio taoistico è uno dei principi fondamentali delle discipline di cui stiamo parlando: perseguire la morbidezza di fronte alla durezza, il rilassamento di fronte alla tensione, la fluidità di fronte all'interruzione, l'intenzione ( proposito) di fronte alla dispersione(distrazione).
Un' altra interpretazione piuttosto radicale dell'aforisma è che "rigidità, immobilità, durezza sono caratteristiche della morte, mentre morbidezza, flessibilità e movimento caratterizzano la vita".
Regolare la Mente
Esercitare un controllo delle emozioni disturbanti e dei pensieri distraenti, avvicinarsi ad uno stato di mente calma e chiara, emotivamente "neutrale", rallentare il flusso dei pensieri e provare una sorta di distacco e/o autocontrollo emotivo; se ci si approssima a questo stato di "mancanza di pensieri", ci si rilassa profondamente e si può rilassare l'apparato muscolo-tendineo-articolare e perfino gli organi interni.
ll principio psicologico fondamentale è dunque quello di liberare il più possibile la mente da tutti i pensieri irrilevanti o distraenti che la affollano; cercare di raggiungere uno stato di "silenziosità" della mente, focalizzando l'attenzione su un unico punto o soggetto ( un punto fisso, un oggetto, un albero, ecc...).
Nel corso della storia, monaci e praticanti hanno utilizzato un'infinità di metodi per allontanare i pensieri vaganti che inevitabilmente sorgono quando ci si ferma a meditare.
Il metodo più affidabile e largamente utilizzato per non lasciarsi distrarre dai pensieri e ritrovare uno stato di calma e di quiete, consiste nel portare la propria attenzione alla zona ombelicale (Dan Tien): questo è il punto di concentrazione preferibile perché e qui che incanaliamo l'energia respiratoria, come vedremo nel prossimo paragrafo sulla "regolazione respiratoria".
Concentrarsi sul Dan Tien , senza sforzi eccessivi di volontà, ma con dolcezza e delicatezza e contemporaneamente contare gli atti respiratori o distinguere consapevolmente inspirazione da espirazione, favoriranno la sensazione di calma interiore.
Regolare il Respiro
Attraverso l'apprendimento di una respirazione "consapevole", cioè lavorando sul respiro, si riesce a costruire un ponte virtuale, ma efficacissimo, che unisce corpo e mente e che contribuisce al rilassamento corporeo e al controllo emotivo della mente.
I due poli (corpo e mente) sono uniti da una relazione biunivoca attraverso l'attività respiratoria che contribuisce ad un rilassamento reciproco.
C'è una interconnessione tra tranquillità interiore e respirazione profonda.
E' esperienza comune ad esempio, guardando un thriller, che ci lascia letteralmente col fiato sospeso, come aumentando la tensione si sia portati a trattenere il respiro e quando la tensione emotiva cala, si sia indotti automaticamente ad emettere un sospiro di sollievo o liberatorio. "Respira con calma e profondamente", "Fai un bel respiro" si è soliti consigliare ad una persona ansiosa o emozionata, magari durante un esame...
"Sono talmente carico di lavoro e di impegni che non ho neanche il tempo di respirare!"...
Quante volte abbiamo sentito questa espressione o forse l'abbiamo noi stessi istintivamente pronunciata!.
Già dal V sec. a. C. i cinesi attribuirono una importanza particolare al modo di respirare; espellere il vecchio respiro (espirazione = fase Yang) e assorbire il nuovo respiro (Inspirazione = fase Yin). Il Tai Chi Chuan si basa su una respirazione volontaria concentrata verso il ventre, il Dan Tien per l'appunto. Si tratta dunque di una respirazione addominale: profonda, lenta, fine, regolare in modo tale da far funzionare pienamente il diaframma e ridurre le escursioni toraciche e l'intervento dei muscoli inspiratori accessori.
I bambini piccoli respirano automaticamente con una respirazione addominale-diaframmatica, ma già durante l'adolescenza la maggior parte delle persone disimpara a respirare profondamente e regolarmente con l'addome, mantenendo le spalle basse.
Ne risulta che il polmone viene usato in maniera insufficiente e un 30% circa degli scambi respiratori risulta inefficace.
Gli uomini sono in genere più facilitati ad eseguire una respirazione addominale, mentre le donne sono naturalmente più predisposte a quella di tipo toracico, ma con calma e pazienza, senza forzature, tutti possono apprendere e migliorare.
All'inizio il praticante esegue
gli atti respiratori sempre attraverso il naso senza particolari coincidenze
coni movimenti, anche se più tardi, con
l'acquisizione di una certa disinvoltura nella pratica, farà coincidere i
movimenti inspiratori con il raccordo delle braccia al torace e il sollevamento
del corpo in alto, mentre l'espirazione (più sostenuta e talora emessa con la
bocca) coinciderà con la propulsione in avanti degli arti superiori e
l'abbassamento del corpo in basso.
Le tecniche respiratorie sono alla base di tutte le pratiche ginniche psicomotorie: con l'inspirazione viene infatti immessa nel corpo aria nuova, fresca energia, che poi viene immagazzinata nel Dan Tien; con l'espirazione viene espulsa insieme all'aria vecchia anche il Qi esaurito. Nella pratica del Qi Gong statico, ad esempio, (trattasi di esercizi fondamentalmente posturali e meditativi, che si effettuano in maniera statica) si immagina di veicolare l'aria inspirata (insieme al Qi respiratorio) dal naso verso il basso ventre (Dan Tien) seguendo il percorso del meridiano centrale (Ren Mai o Vaso Concezione, raccordo di tutti i Meridiani Yin) e poi con l'atto della espirazione, immaginiamo che il respiro "vecchio o consumato" risalga posteriormente lungo tutta la colonna vertebrale (percorrendo il meridiano Du Mai o Vaso Regolatore, raccordo di tutti i meridiani Yang), e dopo aver raggiunto l'apice del cranio fuoriesca dal naso (o bocca).
Questo circuito energetico-respiratorio viene chiamato Piccola Circolazione Celeste.
Piccola Circolazione Celeste
Sono otto le caratteristiche per far fluire l'energia (Qi) respiratoria in modo armonioso e sono per l'appunto gli otto criteri della respirazione corretta: profonda, calma, leggera, lunga, regolare, continua, lenta e dolce.
Proviamo ogni tanto, mentre siamo seduti in poltrona o guardiamo la televisione, mentre leggiamo o ascoltiamo una musica piacevole, a concentrarci sul respiro e ad applicare questi criteri respiratori e ad "allentare il controllo sulla mente" e lasciare che il pensiero vaghi in libertà...: l'effetto sarà di sicuro rilassamento.
"Espira e inspira, per allontanare ciò che è stantio e procurarti il nuovo" (Istruzioni di un esercizio di Qi Gong, 750 aa, a.C.)
Solitamente la respirazione viene
regolata in modo automatico attraverso
l'integrazione di segnali neurali da centri di controllo respiratori
situati nel midollo allungato e nel ponte, con successiva modulazione da parte del Sistema Nervoso Vegetativo, senza che noi ce
ne accorgiamo. Avete mai sentito parlare
della "maledizione di Ondina"?
E' una storia proveniente dalla mitologia germanica in cui si narra dell'amore appassionato di una ninfa, di nome Ondina, che scoperto il tradimento del suo amato cavaliere , gli inviò una tremenda maledizione-incantesimo, esclamando: "Tu mi hai giurato fedeltà con ogni tuo respiro, ed io ho accettato il tuo voto.
Così sia. Finché sarai sveglio, potrai avere il tuo respiro, ma dovessi mai cadere addormentato, allora esso ti sarà tolto e tu morirai!".
Praticamente il poveretto perse l'automatismo del respiro, per cui il sonno avrebbe significato apnea e sicura morte!
Terribile vendetta! Purtroppo esistono delle rarissime patologie polmonari ipoventilatorie centrali congenite, che vanno sotto il nome di Sindrome di Ondina, in cui l'automatismo respiratorio è deficitario e che obbligano il povero paziente a vivere attaccato al respiratore automatico.
Questa storia me la illustrò tanti anni fa il mio professore di Fisiologia che non transigeva se non veniva poi riferita all'esame con tutti i dettagli del caso.
Orbene, in maniera molto più pacifica, nella nostra pratica possiamo concentrarci sul respiro, aggiungere consapevolezza all'atto respiratorio e possiamo, fino ad un certo punto, controllarlo, allenarlo e ricavarne profondi effetti di rilassamento psichico e fisico.
Ricordo ancora gli insegnamenti del professore di Fisiologia (lo stesso di prima) allorché pretendeva che i suoi studenti gli ripetessero a menadito i motivi per cui solo la respirazione attraverso il naso dovesse ritenersi completamente fisiologica: umidificazione, riscaldamento, filtraggio dell'aria inspirata dal naso attraverso il suo passaggio dalle coane nei turbinati fino alla laringe e trachea.
Sicuramente si sarebbe a dir poco indispettito nell'ascoltare gli insegnamenti dell'antica tradizione cinese che, a proposito delle modalità inspiratorie ed espiratorie, teorizzarono addirittura modalità di respirazione accordate con la cronobiologia, in armonia con le stagioni o gli orari della giornata.
Naturalmente queste sottigliezze di adattamento respiratorio fanno parte solo degli altissimi livelli della pratica taoista, difficilmente raggiungibili da un comune praticante della disciplina del Tai Chi Chuan o del Qi Gong, nel mondo occidentale, ma credo anche orientale!
Per completezza di informazione si riporta la seguente "respirazione stagionale" o " presa del soffio":
Primavera (equivalente all'elemento Legno - mattino) : Inspirazione Nasale - Espirazione orale
Estate (Elemento Fuoco - mezzogiorno): Inspirazione ed Espirazione nasale;
Quinta Stagione (Elemento Terra - tarda estate/pomeriggio): Inspirazione ed Espirazione contemporaneamente nasale ed orale;
Autunno (Elemento Metallo - sera): Inspirazione orale- Espirazione nasale.
Inverno (Elemento Acqua - notte): Inspirazione ed espirazione orale.
Tutti gli atti respiratori, anche quelli di emissione del fiato attraverso la bocca, devono essere impercettibili: non dovrebbero far vacillare la fiammella di una candela posta davanti alle labbra.
La respirazione addominale profonda trae le sue origini dal buddismo, di cui è una parte importantissima della meditazione, e comunque è presente in tutti gli esercizi statici e dinamici di Qi Gong.
Il fatto di focalizzare l'attenzione nel centro del corpo (il Dan Tien per la MTC, il "Secondo Cervello" o ""Cervello addominale" secondo i nostri aggiornamenti di fisiologia neuro-endocrina, il luogo dove si sintetizza più del 90% della Serotonina, l'ormone del "benessere" psico-fisico, il centro delle emozioni e delle decisioni "prese di pancia" che spesso hanno un significato intuitivo e profetico)) non è casuale. Nella vita intrauterina riceviamo ossigeno e nutrimento, cioè la vita, attraverso il cordone ombelicale, il cui residuo (l'ombelico) rimane visibile per tutta la esistenza nel nostro ventre.
La respirazione addominale profonda aumenta la capacità polmonare e fa sì che nel corpo circoli una maggiore quantità di ossigeno e al tempo stesso che i nutrienti assimilati con l'alimentazione vengano utilizzati al meglio.
L'abbassamento del diaframma nella inspirazione crea i presupposti per un delicato massaggio viscerale, attivando i processi digestivi e favorendo il drenaggio linfatico.
Ma soprattutto si placheranno i pensieri distraenti, quelli ossessivi e le emozioni (la rabbia, la paura...), permettendoci di vedere le cose con maggiore chiarezza.
Adotto spesso questo semplice consiglio quando in ambulatorio sottopongo i miei pazienti, soprattutto quelli più ansiosi, ad un esame elettrocardiografico e ad un controllo cardiologico.
Dico loro di pensare solo al respiro: di sentire l'aria fresca che entra nel naso e di inspirarla profondamente e lentamente; poi dico loro di pensare all'aria che fuoriesce dalle labbra socchiuse durante la espirazione e di accertarsi che ogni espirazione, insieme all'aria vecchia, porta via con sé un po' di tensione muscolare dalle braccia, dalle gambe e dalla pancia.
Pronuncio lentamente e in modo rassicurante queste parole, come una specie di mantra: inspiro-espiro, profondo-lento, aria fresca-mi rilasso e cosi via...
Dopo qualche atto respiratorio, sempre profondo e lento, qualcuno condiviso insieme a lui, il paziente si calma ed anch'io sono matematicamente sicuro di verificare che la pressione arteriosa è un po' più bassa e la frequenza cardiaca più rallentata rispetto all'inizio della visita, riducendo di molto l'effetto "camice bianco" (sta prevalendo il tono vagale!).
Vorrei concludere questa relazione sugli effetti benefici del respiro sul corpo e sulla mente, ricordando la lezione di Thich Nhat Hanh, uno dei maestri Zen più noti a livello internazionale, anche per il suo impegno per promuovere la pace e la salvaguardia dell'ambiente.
La sua prima lezione è quella che lega il respiro con il passo.
Questa pratica di "Meditazione respirando e camminando" non rientra negli esercizi specifici di Qi Gong o di Tai Chi, ma è talmente bella, semplice ed utile che tutti noi, praticanti di Arti Marziali Interne e non, sportivi o sedentari, giovani o anziani, possiamo imparare e praticare, con una sensazione di grande appagamento e consolazione.
La prima cosa da fare è alzare il piede e inspirare.
Poi poggiare il piede davanti a noi, prima il tallone e poi le dita.
Espirare.
Percepire i piedi ben saldi sulla terra.
Siamo già arrivati.
Il primo passo "ci porta a casa", cioè nell'attimo vero della vita che stiamo vivendo, "qui ed ora", non nella nostalgia/rimpianto legato al passato, né nel timore/ incertezza del futuro, ma solo nella sicurezza dell'attimo attuale, ancorati alla vita dell'attimo presente.
Questa è la consapevolezza del respiro mentre camminiamo, ad ogni passo possiamo arrivare nel momento presente e godere ciò che in quel preciso istante la vita ci regala (se camminiamo in un parco, il rumore dell'erba calpestata, il fruscio del vento, il canto degli uccelli, l'abbaiare di un cane...).
Dobbiamo imparare a camminare e respirare godendoci ogni passo.
Non c'è bisogno di affrettarsi e correre: ogni volta che riportiamo l'attenzione al respiro e ai passi è come se ci risvegliassimo.
Quando inspiriamo, siamo consapevoli che stiamo inspirando e dando nutrimento al nostro corpo; quando espiriamo, siamo consapevoli dell'aria che abbandona il nostro corpo.
Quando abbiamo la mente concentrata a respirare e a camminare stiamo unificando il nostro corpo.
In genere la velocità della camminata, piuttosto lenta, è stabilita dalla nostra necessità di respirare.
Essendo l'inspirazione un po' più lunga della espirazione, posso fare tre-quattro passi mentre inspiro e solo due mentre espiro.
Se sto affrontando una salita, il ritmo respiratorio aumenta, e forse ci vorrà una inspirazione per un passo ed una espirazione per l'altro...
Ma il tutto è variabile, naturale e molto personale.
Se cammino insieme ad un amico e abbiamo deciso di camminare e respirare "consapevolmente", non parliamo durante la passeggiata. Se dobbiamo o vogliamo dirci qualcosa, interrompiamo la meditazione camminata, ci fermiamo e parliamo.
Poi quando decidiamo, ritorniamo al nostro respiro, lo accordiamo col passo e riprendiamo in silenzio a goderci ogni passo. Quando si cammina, camminiamo e basta.
Non pensiamo
Non progettiamo
Non parliamo
I nostri passi consapevoli ci aiutano a coltivare l'abitudine di entrare in contatto con la pace in ogni momento.
Una riflessione di Thich Nhath Hanh che mi commuove quando me ne ricordo e la applico, è la convinzione che possiamo camminare anche per chi non può o non c'è più, in particolare per i nostri genitori (di cui noi siamo l'emanazione genetica, quindi in noi c'è una parte di loro).
Camminare per gli altri ti tocca
profondamente nell'animo.
La tua opinione per noi è importante!
Compila la scheda di valutazione. Grazie per il tuo prezioso contributo!
© Riproduzione riservata