IL DOLORE VISCERALE RIFERITO
Il dolore rappresenta un importante mezzo con cui l'organismo segnala un qualcosa che "non va" nel nostro corpo.
Esso però non è in grado di indicarne né la causa che la reale entità del disturbo.
Infatti, è cosa assai frequente, che un dolore avvertito alla schiena o agli arti, escludendo ovviamente eventi traumatici locali, venga facilmente attribuito ad un disturbo di natura prettamente muscolo-scheletrica.
In realtà questo è un errore assai comune!
Tant'è che la causa del disturbo potrebbe ben essere scatenata, oltre che da una struttura muscolo-scheletrica diversa dal punto in cui è localizzato il dolore (es. trigger point, nevralgie periferiche, etc.), dal disturbo di un organo interno come nel caso del DOLORE VISCERALE RIFERITO.
Così anche patologie di origine reumatica, virale, circolatoria, neurologia, etc. possono alterare la funzionalità di organi e sistemi e sfociare in algie muscolo-scheletriche.
Il dolore viscerale riferito
Per dolore viscerale riferito si intende un dolore accusato in un muscolo o struttura articolare, la cui vera origine però è il malfunzionamento di un organo o viscere.
Molti dolori e limitazioni che si verificano nei muscoli e articolazioni non sempre sono radicati nella struttura stessa, ma sono da ricercarsi nel mal funzionamento di alcuni organi o visceri (esofagiti, gastriti, duodeniti, pancreatiti, etc.) o come effetto di patologie sistemiche (reumatiche, immunologiche, circolatorie, virali, etc.).
Nel caso dei visceri la spiegazione del dolore è che i nervi che raccolgono informazioni dai visceri sono collegati agli stessi neuroni che ricevono gli impulsi dalle terminazioni nervose della pelle e dei muscoli.
Queste informazioni confluiscono nel dolore muscolare e osseo ma il corpo non sa percepirne l'esatta origine.
Molti organi non hanno recettori del dolore (es. fegato) e l'unico sintomo di disfunzione può essere un dolore irradiato.
La sindrome viscerale può essere anche generata da una caduta "sul sedere" in cui non solo darà dolore e algie muscolo-scheletriche al coccige, al sacro, alla zona lombare o al rachide cervicale, ma anche una possibile ptosi viscerale con relative conseguenze.
La ptosi viscerale può essere riscontrata con maggior facilità su chi pratica corsa, jogging o salti, in quanto ad ogni balzo i visceri ricevono continue tensioni e forze di spinta verso il basso.
Alcune informazioni sulla qualità del dolore, l'intensità, la profondità, la durata, la frequenza, etc. sono importanti indicazioni per aiutare a capire la natura del disturbo tra cui:
Un dolore che inizia senza una causa evidente
Un infortunio che non viene recuperato nel tempo fisiologico
Il dolore che si intensifica in una determinata fascia oraria del giorno
Un dolore che non si allevia ai cambiamenti di posizione
Come intervenire
I trattamenti che possono essere adottati sono molteplici: di tipo manuale, farmacologico, alimentare, comportamentale e psicologico:
Normalizzare il funzionamento dei visceri (chiropratica, osteopatia, auricoloterapia, etc.)
Evitare cibi che danneggiano il corpo (test delle intolleranze alimentari)
Depurare le vie di eliminazione (enteroclisma, lavaggio epatico, dieta)
Ripristinare la flora batterica intestinale
Acquisire buone abitudini alimentari (frequenza dei pasti, giusta combinazione dei cibi, idratazione)
Valutare e intervenire su un eventuale disagio psicologico qualora presenti stati ansiogeni o depressivi che influenzerebbero negativamente l'attività viscerale (stomaco e intestino).
Relazione tra organo e zona sofferente
Di frequente, all'origine dei disturbi muscolo-scheletrici, ci sono anche altri organi il cui dolore viene riferito in specifiche aree del corpo come per lo stomaco, l'esofago, il cuore, i polmoni, il fegato, l'intestino, il rene, la vescica e il pancreas.
Stomaco
Lo stomaco è un organo dell'apparato digerente e riceve dall'esofago il cibo introdotto attraverso la bocca.
Al suo interno hanno inizio i processi digestivi, resi possibili sia dalla presenza di enzimi digestivi sia dalla contrazione periodica dello stomaco stesso.
Da qui il cibo passa poi nell'intestino, dove i processi digestivi potranno proseguire permettendo l'assorbimento dei nutrienti presenti negli alimenti ingeriti.
Disturbi come gastriti, ulcere, reflusso gastroesofageo possono alterarne la corretta funzionalità e riferire dolori in specifiche aree corporee.
AREE SINTOMATICHE
Problemi allo stomaco possono causare dolore riferito cervicale, retro sternale, spalla destra, retto addominale, muscolo trapezio, vertebrale tra la sesta e la nona dorsale.
Esofago
Disturbi come esofagite, disfagia, acalasia, ernia iatale, diverticoliti esofagee, etc. possono alterarne la corretta funzionalità e riferire disturbi in specifiche aree corporee.
AREE SINTOMATICHE
Problemi all'esofago possono causare dolore riferito nella parte anteriore del collo, a fascia all'altezza dello sterno, tra le scapole e intorno al petto.
Cuore
Il cuore è un organo muscolare, che costituisce il centro motore dell'apparato circolatorio e propulsore del sangue.
La sua funzione principale è portare il sangue ricco di ossigeno al resto del corpo, a cellule, tessuti e organi, in modo da nutrirli, e ricevere il sangue carico di anidride carbonica da inviare ai polmoni dove avviene lo scambio con l'ossigeno.
Disturbi come la cardiopatia possono alterarne la corretta funzionalità e riferire disturbi in specifiche aree corporee.
AREE SINTOMATICHE
Problemi al cuore possono causare dolore riferito al lato sinistro di collo, spalla e braccio sinistro, al centro del petto retrosternale, alla mandibola e alla regione superiore della scapola sinistra.
Polmoni
Il polmone è l'organo essenziale per la respirazione.
La sua principale funzione è di veicolare l'ossigeno atmosferico ai fluidi corporei come sangue o emolinfa, e di espellere anidride carbonica da essi all'atmosfera.
Disturbi come asma, bronchite, fibrosi cistica, etc. possono alterarne la corretta funzionalità e riferire disturbi in specifiche aree corporee.
AREE SINTOMATICHE
Problemi ai polmoni possono causare dolore riferito toracico ben localizzato nella zona interessata, collo, trapezio destro, addome superiore, spalla destra.
Fegato e vescica biliare
Il fegato è la ghiandola più grande del corpo umano e gioca un ruolo fondamentale nel metabolismo e svolge una serie di processi tra cui l'immagazzinamento del glicogeno, la sintesi delle proteine del plasma, la rimozione di sostanze tossiche dal sangue.
Produce la bile, importante nei processi della digestione.
Disturbi come steatosi, epatite, cirrosi, calcolosi biliarie, etc. possono alterarne la corretta funzionalità e riferire disturbi in specifiche aree corporee.
AREE SINTOMATICHE
Problemi al fegato o alla vescica biliare possono causare dolore riferito ai tendini, spalla destra (scapolo-omerale o spalla congelata), lato destro del torace, mal di testa (occhio destro e la fronte = fegato, l'occhio sinistro e collo = vescicale biliare), dolore e rigidità al collo, affaticamento muscolare.
Intestino tenue
L'intestino tenue è chiamata la prima parte dell'intestino ed è l'organo più lungo dell'apparato digerente.
In esso si completa la scomposizione chimica degli alimenti e avviene l'assorbimento di quasi tutte le sostanze nutritive.
Disturbi come l'infiammazione cronica, colite ulcerosa, malattia di Crohn, etc. possono alterarne la corretta funzionalità e riferire disturbi in specifiche aree corporee.
AREE SINTOMATICHE
Problemi all'intestino tenue possono causare dolore riferito e infiammazione delle articolazioni in generale, dolore dorso-lombare, sensibilità nella zona ombelicale e dolore al sacro e ai glutei.
Intestino crasso
L'intestino crasso o colon è la seconda e ultima parte del sistema digestivo.
La sua funzione è quella di assorbire l'acqua rimanente dai resti indigestibili del cibo, resti poi espulsi tramite l'ano.
Disturbi come malattie infiammatorie croniche quali il morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa, colite indeterminata, o la stitichezza cronica (assai frequente nella donna), etc. possono alterarne la corretta funzionalità e riferire disturbi in specifiche aree corporee.
AREE SINTOMATICHE
Problemi all'intestino crasso possono causare dolore riferito e infiammazione delle articolazioni in generale, dolore nella regione toraco-lombare, dolore nella regione lombo-sacrale, dolore nella regione sacro-iliaca e problemi nei muscoli posteriori della coscia.
Reni
I reni sono organi che insieme alle vie urinarie costituiscono l'apparato urinario, che filtra dal sangue i prodotti di scarto del metabolismo e li espelle tramite l'urina.
Disturbi come calcolosi, rene policistico, idronefrosi, insufficienza renale, nefropatia diabetica, etc. possono alterarne la corretta funzionalità e riferire disturbi in specifiche aree corporee.
AREE SINTOMATICHE
Problemi ai reni possono causare dolore riferito lombare, dolore a livello delle ultime vertebre dorsali (regione sottocostale posteriore), nevralgia intercostale dalla 12° costa all'ombelico, dolore nel lato interno della coscia e del ginocchio.
Vescica
La vescica urinaria è un organo muscolare deputato alla raccolta dell'urina prodotta dai reni che vi giunge attraverso gli ureteri.
Disturbi come la sindrome della vescica iperattiva, vescica neurogena, prolasso vescicale, infezioni, etc. possono alterarne la corretta funzionalità e riferire disturbi in specifiche aree corporee.
AREE SINTOMATICHE
Problemi alla vescica possono causare dolore riferito nella zona lombosacrale, dolore sopra-pubico e dolore all'addome a livello ipogastrico.
Pancreas
Il pancreas è un organo facente parte del sistema endocrino e dell'apparato digerente.
A livello endocrino si occupa principalmente di regolare i livelli di glucosio nel sangue, secernendo ormoni insulina, glucagone, somatostatina e polipeptide pancreatico.
Come parte del sistema digestivo, funziona come ghiandola esocrina che secerne il succo pancreatico nel duodeno attraverso il dotto pancreatico.
Disturbi come pancreatite acuta o cronica, pancreatite autoimmune, etc. possono alterarne la corretta funzionalità e riferire disturbi in specifiche aree corporee.
AREE SINTOMATICHE
Problemi al pancreas possono causare dolore riferito alla spalla sinistra, dolore a livello epigastrico e dolore nella zona dorso-lombare.
Il trattamento manuale viscerale
Il trattamento manuale viscerale ha come obiettivo di eliminare gli squilibri e le restrizioni tra il movimento degli organi e la struttura fasciale, connettivale e legamentosa che li circonda ed è effettuato con precise e delicate manipolazioni manuali tissutali della cavità addominale.
Il grande omento, il mesentere, il legamento coronario superiore e inferiore del fegato e le relative connessioni viscerali
Quando si ha una ridotta mobilità degli organi si possono verificare disturbi come ad esempio la difficoltà nella funzione di eliminazione da parte di organi come fegato, polmoni e reni.
Si possono verificare anche difficoltà nelle funzioni di transito e assorbimento degli alimenti legata all'appartato digerente.
A loro volta, gli organi viscerali hanno delle connessioni legamentose, fasciali e nervose alla colonna vertebrale tali da provocare tensioni sulla stessa condizionando la postura.
L'intervento manuale viscerale può essere la chiave di volta ad alleviare un mal di schiena persistente già trattato senza alcun esito con altri approcci terapeutici o metodologie terapeutiche.
Quando la causa è la psiche
C'è un'altra situazione, molto specifica, in cui i dolori osteo-articolari sono da attribuire o da ascrivere a un quadro clinico più complesso.
Si tratta dei soggetti ansiosi, magari anche con tendenza all'ipocondria.
Spesso, chi soffre di ansia, di attacchi di panico, di depressione o di ipocondria, può avvertire dolori lancinanti alle ossa e agli arti.
La sensazione è talmente intensa e sgradevole da comportare addirittura episodi di infermità temporanea.
Solitamente questi dolori non si presentano sempre nello stesso punto ma sopraggiungono all'improvviso, sotto forma di fitte, in aree del corpo sempre diverse.
Questo è un primo indicatore che dovrebbe far pensare a un malessere ascrivibile a una patologia psicologica o psichiatrica.
E' oltresì importante valutare e intervenire su un eventuale disagio psicologico, qualora presenti stati ansiogeni o depressivi, perché influenzerebbero negativamente l'attività funzionale dello stomaco e dell'intestino.
Non a caso l'intestino è stato definito nel 1998 "il secondo cervello" dal dottor Micheal D. Gershon della Columbia University secondo cui, proprio nell'intestino, sono presenti oltre cento milioni di neuroni, che regolano stress, ansia e tensione.
L'intestino, infatti, sarebbe in grado di riprodurre emozioni in modo indipendente, rilasciando serotonina (il cosiddetto ormone della felicità) alla ricezione di stimoli legati a ciò che si ingerisce.
Basti pensare a come ci si senta meglio dopo aver mangiato qualcosa di buono, e così nel modo opposto (suscettibili per essere stati a digiuno), è in grado di riconoscere autonomamente ciò che può farci star male, facendolo espellere.
L'intestino è in grado d'integrare ed elaborare stimoli esterni e interni ricevuti dal corpo, interagendo con il sistema nervoso centrale attraverso uno scambio di informazioni mediato dal sistema psico-neuro-immuno-endocrino: rilascio di ormoni, nervo vago e sistema immunitario.
La diagnosi differenziale
Da quanto sopra esposto è chiaro quanto sia complesso ed essenziale stilare una corretta diagnosi medica per assicurare un preciso ed efficace percorso terapeutico.
Purtroppo è assai frequente venire a conoscenza di persone trattate senza che sia mai stata fatta alcun tipo di diagnosi medica affidandosi a cure fai da te o sottoponendosi a trattamenti non attinenti alla vera natura del disturbo in essere.
Solo un'accurata diagnosi medica ha l'obiettivo di individuare la reale natura del disturbo, di stilare precise indicazioni e controindicazioni per la cura e il trattamento.
Nella visita medica la diagnosi differenziale rappresenta il procedimento basato sul confronto fra i segni e sintomi riferiti dall'assistito e riscontrati dagli accertamenti per escludere patologie simili fino a giungere ad una diagnosi corretta, così da evitare possibili errori di valutazione e di indicazione per la cura e il trattamento.
Così come un'attenta valutazione del Terapista può mettere in evidenza la natura del disturbo per poi interfacciarsi con il medico o lo specialista per un'ulteriore verifica o approfondimento.
Curare o trattare l'effetto e non la reale causa del disturbo allungherebbe notevolmente i tempi di prognosi e gli effetti risulterebbero solo temporanei o addirittura inefficaci!
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