LA CICATRICE PATOLOGICA E IL "CORTO CIRCUITO" NERVOSO
LA CICATRICE
Per cicatrice si intende un tessuto fibroso formato dagli esiti di riparazione di una ferita, un taglio o una lesione (patologica, traumatica o da esiti di interventi chirurgici) ed è dovuta alla proliferazione del derma e dell'epidermide.
La sua forma spesso ricalca, come
un marchio indelebile, il processo patologico che l'ha determinata.
Il tessuto cicatriziale non è identico al tessuto che rimpiazza ed è abitualmente di scarsa qualità funzionale.
Ad esempio le cicatrici cutanee sono più sensibili ai raggi ultravioletti, e le ghiandole sudoripare e i follicoli piliferi non si sviluppano sotto una cicatrice.
Le cicatrici possono interessare non solo la cute ma anche gli organi interni come ad esempio nel cuore, conseguenti ad un infarto del miocardio, provocando una perdita di potenza del muscolo cardiaco aumentando il rischio di arresto cardiaco.
Un'altra cicatrice assai frequente in molte donne è quella dovuta al parto cesareo, segno che risulta dall'incisione chirurgica della parete dell'addome e dell'utero, che ha come finalità l'estrazione del bambino dal ventre materno.
Questo taglio e la conseguente cicatrice può estendersi in senso trasversale o longitudinale.
Sebbene dal punto di vista estetico con il tempo diventi sempre meno visibile, a volte può anche trasformarsi in una zona particolarmente sensibile e strategica nella risoluzione di molti disturbi funzionali e posturali del corpo!
È importante distinguere tra la cicatrice ipotrofica, ipertrofica e il cheloide.
Nel processo di cicatrizzazione si possono presentare 2 tiipologie di alterazioni: per eccesso (cicatrice ipertrofica) o per difetto (cicatrice atrofica).
Tra quelle ipertrofiche i cheloidi sono strutture abnormi ed anomale lesioni cicatriziali che si formano sulla pelle a seguito di traumi, abrasioni, ferite, ustioni o piercing.
I cheloidi si distinguono dalle classiche cicatrici ipertrofiche per l"estensione e l'irreversibilità della lesione: crescono in modo esagerato a partire dalla ferita, diffondendosi anche nelle zone limitrofe senza regredire spontaneamente.
Al contrario, le cicatrici atrofiche sono caratterizzate da un vero e proprio affossamento della pelle nella zona della ferita, rendendola particolarmente inconsistente e fragile dovuto allo scarso tessuto neoformato.
IL PROCESSO DI CICATRIZZAZIONE
La pelle isola e protegge l'organismo dagli agenti esterni.
In caso di ferita, la cute avvia un fenomeno biologico naturale: la cicatrizzazione.
La cicatrizzazione rappresenta un processo complesso di riparazione durante il quale l'organismo blocca l'emorragia, risana e richiude la ferita.
La cicatrizzazione si può schematicamente dividere in 3 fasi:
Fase 1: durata da 2 a 4 giorni.
Dalla ferita inizia la formazione di un coagulo ad opera delle piastrine che blocca il sanguinamento.
Successivamente si innescano una serie di reazioni per difendersi da microbi e corpi estranei, combattendo così le infezioni con l'eliminazione dei microrganismi patogeni presenti nella ferita.
Fase 2: durata da 10 a 15 giorni.
Si viene a formare il tessuto di granulazione, costituito da macrofagi, fibroblasti e ricco di vasi neoformati.
Inizia la produzione in loco di collagene ed elastina formando l'epitelio permettendo la progressiva chiusura della ferita.
La cicatrizzazione non è uguale per tutti, in genere più la pelle è scura e la persona è giovane maggiori sono i rischi di una cicatrice antiestetica.
Alcune zone del corpo, inoltre, cicatrizzano meno bene di altre (petto, sterno, schiena e articolazioni).
Fase 3: durata da due mesi a due anni.
Durante questa fase si ha una continua formazione e rimodellamento di collagene ed elastina.
Aumenta la formazione di vasi favorendo una ricca rete vascolare.
Il processo di maturazione e di modellamento di una cicatrice può durare anche fino ad un paio di anni.
CICATRICE PATOLOGICA ED EFFETTI SUL SISTEMA NERVOSO
La cicatrice patologica può essere considerata come un vero e proprio "CORTO CIRCUITO" dal punto di vista nervoso.
La pelle è un elemento fondamentale sia di protezione che di comunicazione del corpo con l'esterno tramite la funzione di esterocezione.
Gli squilibri di questo recettore vengono essenzialmente da certe cicatrici che hanno un effetto deleterio sull'organismo e che in posturologia e in medicina energetica (MTC) vengono classificate come cicatrici patologiche o tossiche.
La cicatrice patologica o tossica è una cicatrice che perturba l'organismo e induce disturbi clinici e posturali.
Il Dott. Paul Nogier nel 1981 l'ha definita come un vero e proprio "corto circuito nervoso", in grado di disturbare i grandi sistemi di trasmissione delle informazioni nell'organismo.
Dr Paul Nogier, 1951. Definito il fondatore dell'Auricoloterapia moderna
Le cicatrici patologiche o tossiche, secondo la Teoria dei
Meridiani in MTC, possono creare un "effetto barriera", ostacolando il normale
flusso della circolazione energetica.
Schema dei meridiani del corpo. Secondo la medicina tradizionale cinese, lungo il corpo umano scorrono dei canali di energia detti meridiani analoghi a vasi o ad arterie, che formano un sistema organico.
Nella pratica clinica le cicatrici patologiche possono squilibrare l'organismo influenzandolo a più livelli:
Posturale: per l'azione sui recettori cutanei e l'effetto perturbante sul sistema tonico posturale.
Esiste anche un'interferenza negativa reciproca tra squilibrio posturale e cicatrice patologica: la cicatrice contribuisce al mantenimento di un disturbo statico il quale a sua volta può causare delle dermalgie riflesse limitrofe alla stessa.
Muscolo-fasciale: per la fibrosi e l'ipoestensibilità localizzata del tessuto.
Linfatico: per l'ostacolo sul flusso linfatico locale (anomalia documentabile con la linfoscintigrafia).
Endocrino-metabolico: per l'anomala secrezione di adrenalina e l'ipersimpaticotonia che può provocare.
Psicologico: in quanto la cicatrice può essere
legata ad un trauma emotivo o ad un vissuto doloroso profondo.
CICATRICE PATOLOGICA ED EFFETTTI SUL SISTEMA TONICO POSTURALE
A livello posturale, una cicatrice retratta, ipertrofica o cheloide, è in grado di alterare la corretta funzionalità dei recettori cutanei provocando alterate afferenze propriocettive ed esterocettive, così da perturbare il sistema tonico posturale.
Come risposta il SNC indurrà una risposta muscolare anomala con lo scopo di attuare un effetto di detensionamento della cute e annullare l'effetto di disturbo degli esterocettori cutanei sottoposti a continua sollecitazione e stress.
Gli effetti di una cicatrice tossica sul corpo possono essere riscontrantrabili e documentabili con apposito test su pedana stabilometrica.
Una cicatrice patologica può provocare un'interferenza a livello delle catene muscolo-fasciali-connettivali presentando zone di minore elasticità inficiando così sull'equilibrio delle catene cinetiche posturali.
A livello endocrino-metabolico, una cicatrice può causare
uno squilibrio responsabile di disturbi a distanza, apparentemente non
collegati con essa.
COME INDIVIDUARE UNA CICATRICE TOSSICA
Uno dei metodi di rilevazione più utilizzati è la tecnica VAS (Vascular Automatic Signal) ideato dal Dott. Paul Nogier.
Il test prevede che l'operatore attui uno sfioramento sulla probabile cicatrice tossica con del cotone.
Qualora la cicatrice fosse tossica viene istantaneamente provocata nel corpo una reazione arteriosa rilevabile al polso radiale causata da una secrezione di adrenalina (Nogier, 1981; Bricot, 1996).
Schema di applicazione del VAS test secondo J.P. Nogier
La stimolazione di una cicatrice tossica stimola la secrezione di adrenalina che se costante a causa di contatto con tessuti o abbigliamento innesca una "pompa" anomala di adrenalina (effetto vestito).
Anche la Kinesiologia Applicata (George Joseph Goodheart, Jr., D.C., 1918 - 2008) con i test muscolari, è utilizzata con ottimi risultati, come valido metodo per individuare e testare le cicatrici tossiche e il loro effetto sul corpo.
DISTURBI GENERATI DA UNA CICATRICE TOSSICA
I disturbi che una cicatrice tossica può generare nel corpo sono molteplici: fatica cronica, iper o ipotensione arteriosa, distonie neurovegetative, dermalgie riflesse, tensioni muscolari, disturbi dell'equilibrio, stress mio-tensivo, spasmofilia, disfunzioni vertebrali, alterazione della postura, cefalee, emicranee, etc.
La cicatrice tossica può anche corrispondere ad un'alterazione della memoria tissutale denominata "cicatrice psicologica": uno stato di disagio interiore irrisolto e di tensione emotiva legata all'evento che ha provocato la cicatrice (trauma emotivo, intervento chirurgico, incidente, evento doloroso, etc.).
Nella persona con "cicatrice psicologica" si ha una reazione esagerata al contatto della cicatrice, il cui significato va ben oltre il semplice stimolo nocicettivo indotto dallo sfioramento della cicatrice ed è un evidente segno caratteristico di questo quadro clinico.
Si tratta di vere e proprie cicatrici intoccabili per cui a volte il soggetto non la vuole neanche vedere perché avverte fastidio.
TRATTAMENTO
Una volta individuata e diagnosticata come cicatrice tossica o patologica deve essere sempre trattata fino alla completa neutralizzazione.
Gli esami clinici posturali e funzionali permettono di valutare con chiarezza l'interferenza provocata dalla cicatrice e sulla base di tale valutazione viene stabilita la terapia più adeguata (manuale, fisica, infiltrativa, reflessogena) per desensibilizzare e neutralizzare la cicatrice patologica.
Il trattamento deve tener necessariamente conto della natura, dal tempo che è presente, della tipologia e della localizzazione della cicatrice.
TRATTAMENTO MANUALE
Il trattamento manuale ha lo scopo di rendere la cicatrice più morbida,
meno ipertrofica e meno retratta.
Il lavoro consiste nell'applicare tecniche di scollamento e
miofasciali come impastamenti, frizioni, pinzamenti e stiramenti sulla porzione
patologica della cicatrice seguendo linee di trattamento che rispettino la tridimensionalità
del tessuto e una precisa direzione e sequenzialità di svolgimento.
Può essere utile supportare il trattamento manuale della cicatrice con il freddo, massaggiandola per qualche decina di secondi con del ghiaccio, fino a raggiungere l'anestesia completa della cicatrice.
TRATTAMENTO STRUMENTALE
Il trattamento strumentale ha lo stesso scopo di quello manuale ma ottenuto con stimoli meccanici, elettrici o termici.
Viene eseguito con l'ausilio di strumenti dedicati quali: la Terapia Vibrazionale Locale, la Tecarterapia, l'ENF- Therapy, le Onde d’Urto, la Miofibrolisi Diacutanea con strumenti dedicati, la Coppettazione, etc. coadiuvando con l'applicazione di KinesioTaping.
TRATTAMENTO MEDICO INFILTRATIVO
La terapia medica infiltrativa permette la dissociazione della fibrosi cicatriziale promuovendo una nuova vascolarizzazione.
Le sostanze utilizzati con terapia infiltrativa sono analgesici locali e può essere effettuata sia con siringa che con un "dermojet", iniettore ad alta pressione che permettono la somministrazione di soluzioni senza l'utilizzo di aghi.
TRATTAMENTO CON TERAPIA COMPLEMENTARE
Auricoloterapia: È tecnica riconosciuta dall'O.M.S. e di estrema efficacia.
Nel trattamento della cicatrice “tossica” è particolarmente utille per deafferentare l'effetto di "corto circuito" nervoso, soprattutto per quelle cicatrici difficilmente accessibili e per correggere i disturbi della lateralità (Nogier 1981, Bricot 1996).
CONCLUDENDO
Il trattamento manuale o strumentale di qualunque cicatrice dovrebbe immediatamente iniziare appena l'esito cicatriziale lo consenta in quanto concluso con ferita ben rimarginata.
Maggiore sarà la tempestività nell'approccio al trattamento minore sarà il rischio che la cicatrice possa formare una struttura aderenziale ipertrofica o cheloidea evitando che possa diventare patologica.
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- Articolo che esplora lo stato dell'arte nel trattamento delle cicatrici ipertrofiche e dei cheloidi, fornendo un'analisi delle metodologie di trattamento più efficaci.
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